lunedì 31 gennaio 2011

Funkfunk- Groupie

"Sentite ma come ci si veste? Voglio essere all'altezza della situazione insomma!" l'unica che avrebbe potuto rispondere ad una domanda del genere giudicandola più che legittima, anzi estremamente necessaria, sarebbe stata Tiff, la quale però non avrebbe partecipato all'evento. Eravamo quindi uno contro due, Lola contro Francis ed Ela.

"Non so, devo essere un po' rock? O casual? O brava ragazza con un velo di "certe notti"?" Le due alzano gli occhi al cielo, si guardano con sguardo d'intesa e sembrano comprendere che, per una come me, non c'è più niente da fare. Francis si fa ambasciatrice di questo messaggio: "Ma vestiti come vuoi, tra tutta quella gente vuoi che conti come sei vestita tu?" Ela continua "Ma sì, vestiti normale quanti problemi..." Io sembro una groupie impazzita e loro delle ascoltatrici d'élite, delle distaccate e razionali fans. L'incontro due contro uno termina 1 a 0 per loro.

Effettivamente, sperare che Ligabue, che Luciano Ligabue, si accorga delle anonime Funkfunk nella folla del suo concerto è un'utopia. In quel piccolo teatro, che avrebbe ospitato la sua musica, ci prepariamo ad ascoltarla e, con un po' d'ansia, ci equipaggiamo di fotocamere e bandane che gridano il suo nome.  Le luci si spengono, il concerto sta per iniziare, la tensione sale, le tende rosso porpora ornate in filo dorato si aprono e poi lo vediamo. Un uomo con una chiatarra in mano e tanti altri strumenti intorno a sé. Seduto su di una cassapanca, una sorta di panchina tipica delle sale d'aspetto. Ma era lui ad aspettare o noi, che gli puntavamo una miriade di occhi addosso? Un solo attimo per assaporare la solitudine di un uomo qualunque. Un uomo qualunque però, che con la sua chitarra è arrivato. Poi, dopo quell'attimo, si scatena il pandemonio, voci che urlano, luci che ci accecano e strumenti che intonano uno o due accordi all'unisono.

Fu lì che io, Lola, ebbi la mia rivincita.
"Lolaaaaaaaaaaa, non ci posso credere! È una figataaaa! Ahhhh!" terminando con un urlo isterico Francis aveva subito una metamorfosi, da distaccata e composta fan si tramutò in una vera e propria groupie. Le sue mani si fusero con la macchina fotografica, ogni frase terminava in una risata seguita da un urlo e i suoi piedi battevano per terra a tempo degli applausi alla fine di ogni canzone. Più che felice di avere trovato una mia simile ci sgolammo insieme per il resto del concerto. La trasformazione però non regredì quando Liga ci salutò e si congedò. Francis era ancora in uno stato folle.

"Ela, Lola, lì c'è il camion di Liga, c'è la scritta Ligabue tour, andiamo a fare le foto, dai dai dai!"
"Lola, Lolaaa! Lì c'è il retro, Liga uscirà da lì, andiamo! Gli chiediamo l'autografo, dai Lola!"

Non potemmo farci nulla. La metamorfosi non abbandonava la nostra amica Francis, dovemmo trascinarla via con forza, cercando di fare leva su quel piccolo spazio di ragione che ancora le era rimasto. Cosa ho imparato da questa serata? Beh che ognuno di noi, in fondo da qualche parte, è un po' groupie bisogna solo attendere che la metamorfosi ci colpisca. Prima o poi tocca a tutti.

In ogni caso, 2 a 1 per me, partita vinta!


La vostra groupie, Lola.

mercoledì 26 gennaio 2011

Il centho del tuo spazio - Il Maestho2

Il Maestho arriva con il suo cappotto piumino e cappuccio color beige scuro ed una sciarpa viola infilata in stile lord inglese nel collo del maglioncino di cashmere.
“Ma ciao caha! Tutto béne? Accomodati puhe.” Apre la portella della macchina e fa un gesto elegante indicandomi il sedile. Eccomi pronta per un’altra lezione di guida in compagnia del mio Maestho. Beh forse “pronta” è una parola grossa, perché come si può essere preparati ad un personaggio tanto fascinoso come bizzarro? 

“Alloha Lola, ascolta, oha fai la hethomahcia in cuhva, hicohda l’ossehvazione!”
Comincio ad inserire la retro, tolgo la cintura di sicurezza, appoggio il braccio dietro al sedile del Maestho e cerco di camminare indietro a passo d’uomo. Vado, mi muovo, sterzo e…
“Lola che stai facendo! Ma no, ma no!” Comincia ad agitarsi come farebbe uno stilista effeminato se si trovasse di fronte ad una modella che indossa malamente la sua sublime creazione griffata. 
“Lola, devi tenehe il tuo centho, capisci?”
“Il mio centro? Il centro di cosa?” Oh no, non avrei dovuto chiederlo, alza gli occhi al cielo e sembra chiedere pazienza dall’alto, questa arriva. Si raccoglie, comprende che sono solo una discepola novellina e ho bisogno di tempo per afferrare la profondità delle sue parole.

“Il centho, Lola, è il centho del tuo spazio mentale. Il tuo cehvello intehpheta il mondo estehno atthavehso dei quadhi mentali, delle sthuttuhe. Il tuo spazio possiede un centho, un centho intehiohe ed estehiohe, e tu devi equilibhahlo dolcemente, capisci?”
Meglio non rispondere che sono caduta nel buio pesto della confusione… “Aha… E quindi questa retromarcia come la devo fare?”

“Beh stai al centho della sthada no?”



Perché non possiamo fare a meno di complicare le cose semplici? Mi servirà un corso di yoga?

Lola :-)

martedì 25 gennaio 2011

Le avventure in treno

“Non è possibile! Proprio stasera che sono stanco e volevo rilassarmi, arriveró a casa che saranno le dieci! E non ho né il telefonino né il portafoglio.”

“Scusa Amorino, non l’ho fatto apposta, lo sai che sono un po’ tonta. Non ti volevo rapire!”


Qualche minuto prima…

Francis e il suo Amorino aspettano l’arrivo del treno Ticino-Funklandia. Fa freddo, sono passati venti minuti e del treno neanche l’ombra. Amorino inizia a impazientirsi e avviene in lui una strana metamorfosi: “Beeee, la capra”, “Ppppfffff, il cavallo” si sentiva per la stazione ticinese..

Arriva il treno e Amorino, dolce e carino, porta il valigione di Francis sul treno, un valigione che peserà 20kg, chili creati non da salami, formaggi e frutta, come ci si aspetterebbe dalle tipiche valigie alla “terrona”, ma di sapienza, tanta sapienza, che ha portato Francis a fare una delle sue innumerabili cazzate.

“Ciao Amorina, io vado.”
“Ma aspetta un attimo, calmati!”
“È tardi, il treno parte!”

Un fischio, due fischi, risuonano nell’aria ticinese. Amorino inizia a correre, ma una folla di gente gli ostruisce il passaggio. Allora lui si volta, e corre nella direzione opposta. La via è libera, ma ormai è troppo tardi. Il treno abbandona la stazione solitaria.
Francis si mette a ridere. Ma Amorino no! Non ci sta!

“Scusa Amorino, scusa!” Ma niente lo smuove.

Pochi minuti dopo, una frenata brusca e il suono del clacson del treno. Francis inizia a tremare, guarda Amorino…

“Nooo, ha investito qualcuno”

“Sceeeeeeeeeemoooo!” Grida il conducente fuori dalla sua finestrella.

“Ah ok, non era una persona, per fortuna. Ma forse era il suo cane, noooo Amorino.”

(Piccola parentesi: proprio in questo momento, mentre Francis è sul treno a scrivere questo post, si sente un altro suono: BBBBBBBBBBBBBBBUUUUUUUAAAAAAAHHHHH. Una bella successione di rutti puzzolenti si avvicinano sempre di piú ai recettori olfattivi e uditivi di Francis, ma lei rimane impassibile. Il suo viaggio in Korea le ha insegnato tante cose, tra cui l’usanza di questo popolo di sentirsi a casa propria in qualsiasi luogo, momento e situazione.)


Alla fine della storia, Amorino è tornato a casa illeso. Francis ha imparato nuovi suoni e ha appreso anche che rapire le persone a volte puó essere bello, ma solo se si tratta del suo Amorino!


:D Francis

sabato 22 gennaio 2011

Il Maestho

"Sì buongiorno, è Lola di Funklandia al telefono si ricorda?"
"Ah ciao Lola! No, non mi hicohdo ma dimmi puhe."

Dovrei ricordare al signore sulla cinquantina piena, dall'altro capo del telefono, che un anno e mezzo fa ho passato in sua compagnia gran parte della mia estate e ho donato un rene per permettermi i suoi servizi. Ma a nulla tutto ciò è servito. La sfida mi si ripresenta davanti e ora o la va o la spacca! Chi è quest'uomo dalla "r" assente? A me piace chiamarlo Il Maestho. Ed è lui il mio maestro di guida, un misto tra calore mediterraneo, pazzia caraibica e disciplina svizzera.

"Il problema è che mi scade il patentino, quindi devo fare l'esame entro due settimane."
"Oh ma cehto! È un peccato, sì sì capisco. Pehché avevi bocciato l'esame la phima volta?"
"Beh non ero abbastanza dinamica, dovevo essere più spigliata."
"Ah si, cehto. Non c'è phoblema Lola, non ti pheoccupahe ci lavohiamo su."

Ok significa, dammi un altro rene e "non c'è phoblèma". Va bene se è questo che ci vuole... Prendiamo appuntamento per la prima lezione e due giorni dopo eccomi lì di fronte a quella macchina con una L gigante stampata sui quattro lati della carrozzeria. Il Maestho mi saluta e mi fa accomodare nel veicolo che sarà il mio incubo per le due settimane a venire. Entra in macchina e comincia a schizzare su di un foglio bianco.

"Vedi Lola, la sicuhezza sthadale..."
"Scusi, come?"
"Si-cu-hez-za stha-da-lè" scandisce lui.
"La sicuhezza sthadale dehiva dall'ossehvazione" Dopo quella massima si blocca, alza la mano all'altezza del viso e comincia a muoverla al ritmo di bachata, prima a destra e poi a sinistra, mentre la testa segue quel movimento soave.
"Vedi Lola, destha, sinistha, ossehvahe!"
"Sì osservare" Cerco di entrare in quella pazzia che spero mi porterà a prendere la patente. Muovo la testa alla stessa maniera e sgrano gli occhi a destra e sinistra.

Dopo un'ora e mezza di guida, per sentierucci e per autostrade con camion enormi, Il Maestho comincia la sua valutazione: "Mha Lola, che ti posso dihe, vai bene." E sbuffa, e fa di no con la testa e mi guarda. Io gli chiedo maggiori spiegazioni. "Lola vai bene, manca pehò... manca qualcosa che non so come definihe..." Con gli occhi gli faccio capire di continuare. "Mha non so..." Si guarda intorno cercando forse un aiuto dall'ambiente esterno.
"Devi essehe come un cavallo!" Rimango immobile, forse ho capito male.
"Come un cavallo, Lola! Un cavallo che va e cohhe! Capisci?"
"Aha..."
"Un cavallo Lola! Un'esplosione, una ghande esplosione!"

Ecco la mia nuova sfida, essere come un cavallo e come un'esplosione. Ma per prendere la patente ci vuole per forza tutto sto bagaglio di passione e metafore?


Il vostro cavallo esplosivo, Lola

martedì 18 gennaio 2011

Il diario della giovane hobo

Eccomi qui. Sono tornata. Con grande sollievo di tutte le mie funkfunk. A dire la verità, sono tornata una settimana fa, però avevo bisogno di essere disconnessa, di tagliare tutti i fili, insomma di rimanere wireless per un po’, perché un viaggio non si dimentica in fretta e quando si torna a casa non si è ancora tornati veramente.
Come hanno anticipato le mie coinquiline preoccupate ho fatto un viaggio in treno di 12 ore per andare al matrimonio croatian-style di una nostra carissima amica. Funkladia-Zagabria, un trolley azzurro con le mie scarpe con il tacco nuove di zecca che mi hanno fatto sentire così sex and the city e la mia borsa a tracolla. Indossando il mio mantello da ussaro russo e un basco alla francesina, mi sono sentita così cosmopolita, voi non potete immaginare…J Una vera stylish hobo che si avventurava per le vie del mondo…
 Ho dovuto cambiare treno una sola volta, per cui la possibilità che sbagliassi la coincidenza si è letteralmente annullata. Ho passato la maggior parte del tempo a leggere un libro “tascabile” di oltre 500 pagine la cui storia mi ha assolutamente incantata. Quando sentivo che sarei diventata strabica da quanto leggevo, ascoltavo musica assaporando il paesaggio austriaco pieno zeppo di neve, poi quello sloveno. Purtroppo metà della Slovenia e la Croazia non l’ho più vista, perché fuori era già buio e riconoscevo soltanto le insegne al neon dei grandi magazzini e le lucine di natale di chi, troppo pigro, non le aveva ancora riposte negli scatoloni. Ma fa niente. Anche solo essere sul treno e attraversare questo angolo di Europa a me assai sconosciuto e, infine, assistere ad un rito così tipico che è il matrimonio, mi ha fatto provare le seguenti emozioni.
Impressioni slovene:
-i treni sloveni sono quasi vuoti, poca gente li usa di sera… ci sarà un motivo? :S
-i bambini sloveni ridono allo stesso modo di tutti gli altri bambini al mondo, e allo stesso modo cercano di attirare l’attenzione di estranei che ai loro occhi sembrano interessanti. A quanto pare il mio scialle rosso con gli arabeschi ha fatto colpo, perché la bimba continuava a sorridermi e a dire qualcosa che io, purtroppo, continuavo a non capire…
- i gabinetti sui treni funzionano (che novità, sul nostri treni sono spesso fuori servizio…)
-esistono anche le favole in sloveno, infatti, la mamma della bimba le ha letto la favola di Angelina ballerina.
Impressioni croate:
-tradizione, è importante, perché lega la gente al proprio passato.                          
-lealtà, verso la propria gente; un esperto, inoltre mi ha spiegato che chi è leale è povero, mentre si sospetta sempre di chi è ricco.
-ospitalità, incredibile, sono stata trattata con i guanti, quelli bianchi da maggiordomoJ
-famiglia, grande famiglia e ognuno ha la sua storia

è vero che si ha voglia sempre di tornare a casa; si dice, infatti, che il viaggio perfetto è circolare, si ritorna al punto di partenza. Ma la verità è che ripartirei subito, con il treno, il mio trolley azzurro e la mia giacca da ussaro. Chi viene via con me? J
Un bacione
Ela

domenica 16 gennaio 2011

Funklandia

Al tramonto Funklandia ti parla. In una giornata come questa, con il cielo limpido e un sole tanto vicino, lei decide di parlarti. Lo fa attraverso le torri delle chiese, le cui pietre bianche sono le ultime a essere illuminate. Lo fa attraverso la foschia leggera che bacia lago e fiume prima della notte. Attraverso una ragazza, che senza giacca, fa ruote e salti mortali sull'asfalto freddo.  Lei ti racconta vite avventurose e storie tormentate attraverso quei visi sconosciuti che incontri per strada. Si diverte a pungerti la punta del naso con una folata di vento gelido. Ti suona la musica, quella vera, con il violoncellista ambulante allo svincolo prima della stazione.  Lei ti parla con il movimento rassicurante che fanno i tram mentre ti portano a casa.

E quando non la senti, è perché, in quel momento, è lei ad ascoltarti.


Lola

mercoledì 12 gennaio 2011

Sotto terapia

Lola ha un lavoro da consegnare sul viaggio della sposa medievale entro tre sacri giorni. Ha mangiato nutella, biscotti e cereali al cioccolato. Si è dedicata anima e corpo alla visione di film a puntate, dove c'è lui che la vuole e lei che si nega, e dove poi lei lo desidera e lui le volta le spalle. È rimasta col pigiama addosso per un giorno intero e barcollava dalla scrivania al letto manco fosse ubriaca. Ha guardato minacciosa fuori dalla finestra la signora che la fissava, "che c'avrà da guardare quella, sono sotto esami caspita!". Ha scritto sms ad Ela e a Tiff, ha chiamato Francis. Ha fatto una notte insonne ascoltando il vicino, un metallaro dalla chioma chilometrica, russare,...

Nulla riusciva a placare la sua solitudine. La sua concentrazione sul medioevo sembrava essere scappata, scomparsa anzi, deceduta. Non restava altro che sperare che quella sublime fata buona, s'impietosisse abbastanza di fronte a cotanta sciattaggine, trascuratezza e mancanza di disciplina. Lola aspettava solo che...

"Lola che t'è preso?! Che ci fai qui in pigiama? Cos'è che stavi facendo stesa a letto? E il tuo lavoro sul medioevo? Oh no, non mi dire... i biscotti al cioccolato, non mi dire...!"

Sua sorella Frulla impiegò una frazione di secondo per capire che Lola si trovava in un grave stato da "crisi flemmatica da studio recidivo", almeno così la chiamò lei. Non ce l'avrebbe fatta senza il suo aiuto. Prese armi e bagagli e si trasferì per qualche giorno nella funkcasa. Cucinò piatti prelibati, fece la spesa e legò Lola alla scrivania.

"Sei sotto terapia Lola, la terapia della motivazione. Ora hai 1 h di studio senza sosta, poi puoi permetterti 10 minuti di internet."
"No ma io..."
"Io niente, sei sotto la Frullaterapia!"

Lola si sedette nuovamente alla scrivania, si piazzò davanti al naso le fonti sul corredo di Bianca Maria Sforza e pensò che non aveva desiderato altro che una scossa come quella. Cercò di convincersi che ci voleva proprio, che senza un po' di disciplina non ce l'avrebbe fatta. Ma...


"Senti Frulla, ma dobbiamo per forza dire "sotto terapia"? Non si può usare un altro termine? Non so, magicstudio, ehm studioparty... una cosa così?"
"Terapia!"
"Ok, ok... Terapia, va bene..."

Lola, sotto terapia naturalmente

martedì 11 gennaio 2011

Richiesta di aiuto!

Cari Lettori delle FunkFunk,

come state? La qui presente Francis avrebbe bisogno del vostro aiuto. Ho un mese e mezzo per scrivere tre lavori di seminario, potete immaginare la mia felicità. Uno di questi tratta la linguistica, che è legata ad alcuni meccanismi del cervello. Per poter scrivere questo lavoro ho bisogno di almeno venti donne e venti uomini di età compresa tra i 20 e i 35 anni che mi faccino da cavie :D. è semplicissimo e ci vogliono cinque minuti.
Dovreste andare nei due link sottostanti. Qui trovate due test, che in inglese si chiamano "Stroop Test", il primo test è sui colori, mentre il secondo è sugli animali:

http://faculty.washington.edu/chudler/java/ready.html


http://faculty.washington.edu/chudler/java/readya.html


Se sapete l'inglese, seguite le istruzioni, perché se mi metto io a spiegare cosa si deve fare confondo solamente :D

Una volta fatti i due test, mi dovreste indicare il tempo esatto che vi appare una volta finito il test. Inoltre, mi servirebbe sapere se siete uomo o donna, la vostra età e se avete voglia dovreste anche segnalarmi gli errori che avete fatto.

Se non volete scrivere le informazioni nei commenti, potete pure mandare una mail all'indirizzo delle FunkFunk che è:

funkfunk16@gmail.com



Sarei immensamente grata se poteste/potreste (?) usare cinque minuti della vostra giornata per fare questi piccoli ma interessanti test!!!

PS. Mi scuso in anticipo con l'amministratrice del blog se invece di scrivere post faccio pubblicità occulta, ma è una questione di vita o di morte ;D

GRAZIE MILLE A TUTTI!!

Francis

venerdì 7 gennaio 2011

Asako

Stavo scendendo le scale più veloce del solito. Questa volta ero veramente in ritardo e dovevo fare scattare quelle mie gambine intorpidite dalle ore di studio. Mentre scendo la seconda rampa di scale, afferro il mio cappellino rosso me lo infilo in testa e giù rapida verso la porta d'ingresso. Rallento improvvisamente, non posso che assistere a quella scena. Una ragazza giapponese apre la porta dell'appartamento al primo piano, tiene le scarpe in mano, esce fuori dalla casa, chiude a chiave e si infila le scarpe. La saluto con un semplice "Hallo".

Mentre cammino verso la fermata del tram, mi chiedo come mai si fosse infilata le scarpe solo fuori di casa. È una sequenza strana no? Ma per una studente di etnologia l'aggettivo "strano" è proibito, esso viene sostituito con "ugualmente diverso". Mentre faccio quei pensieri mi accorgo che la ragazza mi cammina dietro, poi più vicino e poi accanto. Mossa da uno di quei momenti impulsivi che mi prende una volta sì e dieci no, le chiedo se anche lei, come me, stesse andando all'università.

Dopo una ventina di minuti eravamo ancora lì a chiacchierare in una lingua a dir poco creativa, una sorta di tedinglese o ingledesco, dipende dai punti di vista. Viene da Tokyo, ha 27 anni ed è sposata con un'informatico. Abitano qui da poco e lei sta cercando di imparare il tedesco. Poi ci rendiamo conto entrambe di essere estremamente in ritardo, lei mi invita a casa sua uno di questi giorni, casa che poi sarebbe anche la mia. Accetto.

Cominciamo a correre in direzione diverse, ma in maniera ugualmente impacciata. Poi ricordo di essermi dimenticata qualcosa. Mi volto e le grido: "I'm Lola. You?!"
La ragazza giapponese mostra un sorriso da fotografia  ed esclama: "Asako, nice to meet you!"

Lola :-)

giovedì 6 gennaio 2011

Nina si sposa ed Ela parte

5 mesi fa...
"Nina si sposa!"
Con questa esclamazione Francis ci dava la notizia del matrimonio di Nina, una delle nostre più care amiche, che aveva attraversato con noi gli anni liceali.
"Sì, sì, si sposa e si sposa due volte!"
"Come si sposa due volte?!"
"Due volte sì" continuò Francis, "una volta in Croazia e una volta in Portogallo!"
Decidemmo tutte di comune accordo che le funkfunk avrebbero partecipato al matrimonio portoghese. Già ci vedevamo d'estate, su una macchina affittata a farci il giro della costa! Uno spasso di pensiero confrontato alla temperatura sempre più gelida di Funklandia.

2 mesi fa...
"Vado a Zagabria!"
Con questa esclamazione Ela ci comunicò che avrebbe partecipato anche al matrimonio croato e che avrebbe preso il treno da Funklandia fino a Zagabria e l'avrebbe fatto da sola. Niente popò di meno che 12 ore col sedere spiattellato sul sedile del vagone.

Oggi...
"Ciao Ela, fai buon viaggio!"
Con questa esclamazione Francis, Lola e Tiff salutarono Ela, la quale si apprestava orgogliosa a fare un viaggio avventuriero interminabile. Francis e Lola non riuscirono a trattenersi dal riempire la loro amica di raccomandazioni.
"Non stare in luoghi chiusi" ("il treno vale come luogo chiuso?" aveva pensato Ela)
"Non parlare con gli sconosciuti" ("ma come faccio a stare 12 ore senza parlare con qualcuno?!"),
"Quando c'è bisogno di gridare, mi raccomando Ela, grida!"("no, penso proprio che bisbiglierò!").
Lei aveva ascoltato i consigli poco intelligenti delle sue coinquiline, li aveva chiusi in un taschino e interpretati come antiche forme d'affetto.  Prese la valigia e la borsa ed uscì dalla funkcasa

Oggi dopo qualche secondo...
"Francis senti, dici che abbiamo esagerato con le raccomandazioni?"
"Beh sì tu di certo, sembri una chioccia!"
"..."
"Andiamo a salutarla alla finestra?"
"Ah e poi la chioccia sarei io?!"
Con questa esclamazione si affacciarono alla finestra un po' per divertimento un po' per apprensione.
Ela non potette fare altro che sorridere.


Lola :-)

Buon viaggio ad Ela e tantissimi auguri alla nostra cara Nina!

martedì 4 gennaio 2011

Frau Mittelalter

Sehr geehrte Frau Mittelalter,

Egregia Signora Medioevo,
la prego di farmi continuare questa mia missiva nella mia lingua madre, l'italiano. Gentile Signora Medioevo domani alle 11.45 ci incontreremo. Lei mi ha dato appuntamento prima delle feste e io ho dovuto iscrivermi online per riservare il quarto d'ora di dialogo con lei. So che mi ha avvisata per tempo e che non ho scusanti, ma devo dirle che non sono pronta. "Sie müssen etwas schon geschrieben haben" mi ha detto lei ricorda Signora Medioevo? Mi ha detto che avrei dovuto già scrivere qualcosa sui viaggi medievali delle principesse, ecco io non l'ho fatto. Per carità non si agiti e non indurisca il suo accento tedesco la prego! Avrei tanto voluto... Signora Medioevo, gentile Professoressa Medioevo, questa è una richiesta di pietà. Chiedo venia (faccio notare la citazione latina signora Medioevo, so che le piacciono tanto)! Ebbene chiedo venia in ginocchio!

Le faccio quindi espressamente le seguenti richieste e la prego di dargli ascolto:
-Quando entrerò nel suo ufficio e comincerò a parlarle di Maria Bianca Sforza, la prego non mi chieda niente di più o sarò costretta a farmi suggerire qualche risposta dalla pianta in vaso di ceramica sulla scrivania, beh non credo ne sappia molto.
- non mi fissi sconcertata con quei suoi occhi azzurri glaciali e non faccia di no con la testa quando capirà che quello che ho preparato non è abbastanza. Stia al gioco, la prego. Faccia finta su.
- Non mi chieda di prendere in considerazione l'aspetto economico del viaggio di una principessa. Lei se la immagina Cenerentola con la calcolatrice alla mano? Io no, sia clemente la prego.

Le porgo i miei distinti saluti cara Frau Mittelalter e la smetto di pregarla,

La sua allieva Frau Lola.


P.S. Forse una preghiera vera mi servirà sul serio.

lunedì 3 gennaio 2011

Ritorno all'attacco

La Funkcasa è rimasta al buio, spogliata di luci natalizie e ignara dei botti di Capodanno. La chiave dentro la serratura ha girato ancora, si è intoppata e con un colpo di anca sulla porta è riuscita ad aprirla. Gli stivali ghiacciati dal freddo della notte funklandese hanno tastato la moquette, il capo ha fatto un lieve cenno di riverenza al lampadario della regina vittoria. Le valigie sono state svuotate e depositate agl'angoli delle camere. Il collegamento ad internet, linfa vitale, è stato riconnesso. L'appendiabiti si è tutto impettito di gioia alla vista dei suoi cappotti e delle sue giacche da  tenere appese nuovamente. Le luci della Funkcasa si sono riaccese, le Funkfunk sono tornate.

Perché mai sono tornate in Funklandia se l'università rimarrà chiusa fino a Febbraio? Rullino i tamburi, suonino le trombe, esplodino gemiti di terrore!
...Perché il periodo degli esami e delle tesi da consegnare è tornato. No, non è mai finito. Ci ha illusi, ci ha fatto credere che avremmo potuto passare le feste a gonfiarci di biscotti senza il minimo senso di colpa per i libri lasciati nei cassetti. È perfido sapete? È il più crudele che c'è! Ti mostra il paradiso e poi te lo nega aspramente! Questo è lui, il periodo degli esami e delle consegne.

Ma le Funkfunk sono tornate all'attacco!




Un buon anno a tutti i nostri lettori! Che possiate anche voi, con noi, tornare all'attacco verso questo nuovo 2011!

Lola e le Funkfunk16