venerdì 29 aprile 2011

Laureate e poi?

Curriculum in spagnolo, lettere di stage, traduzioni in tedesco, negozi vintage, pagine online "sei uno studente in cerca di una nuova sfida? Trova un impiego da noi!", pratici, pratici retribuiti e non, master, master utili e inutili.

"Sì, buongiorno è la signora Lola?"
"Sì, sono io. Mi dica."
"Chiamo dal municipio in merito alla sua richiesta di lavoro..."
"Ah sì, certo! Avevo fatto domanda nell'ambito della cultura, avete novità?"
"Sì, appunto, in quel campo non abbiamo più posti. Sarebbe disposta a fare qualcos'altro?"
"Certo, certo di cosa si tratta?"

Lola, Francis ed Ela, sedute in cucina chi con le gambe sulla sedia, chi con le braccia allungate sul tavolo...
"Eh allora? Che ha detto poi? Che ti hanno proposto?"
"Il mio primo lavoro da laureata? Volete sapere? Udite, udite! Il primo lavoro da laureata che mi hanno proposto e io ho rifiutato è..."
"È?!"

"Censimento dei parcheggi della città."

"Suona male."
"Suona molto male."


Le Funkfunk hanno continuato a discutere sul loro futuro incerto, sui traguardi che hanno raggiunto e sulle difficoltà che ancora devono affrontare. Ragionano sul pezzo di carta che stanno cercando di conseguire, sul suo valore. Rifiutano quelle idee polemiche che proclamano l'inutilità dei loro sforzi. Da qualche parte arriveremo, no? Si convincono l'un l'altra. Le Funkfunk, quella sera, tra una patatina e un crodino, hanno continuato a domandarsi cosa avrebbero fatto da grandi. Anche se grandi lo sono già.

giovedì 21 aprile 2011

Voglio una vita tranquilla, nanaaaa!

"Voglio una vita tranquilla" canta stonato ma tenero Tricarico. Pare, per contro, che le nostre Funkfunk non posseggano l'arte dell'ammaliare o dell'addolcire la vita, la quale dispettosa si diverte a farle muovere, girare, sbadigliare, infuriare, mangiare, stressare, correre e declamare mantra d'autocontrollo. Ebbene sì, le Funkfunk potrebbero anche dedicare un'intera ode alla vita tranquilla, la potrebbero osannare, potrebbero portarle doni in sacrificio e danze di rispetto, che tanto lei continuerà ad arruffare loro i capelli, a ingiallire le occhiaia e a fare incrementare le loro rotondità.

Il funkappartamento ha avuto l'illustre privilegio di assistere ad eventi particolarmente destabilizzanti, piccoli meteoriti che hanno colpito prima una Funkfunk e poi l'altra, sconquassando gli animi, i pensieri e il dolce sonno notturno. Contrastanti emozioni quotidiane le definiscono loro, ma giudicate voi:

-Il tempo in Funklandia brilla di un sole caraibico, forse che il 2012 vedrà veramente la fine del mondo?
-Mr. Green, il vecchietto-barbone con i capelli e la barba lunghi fino ai gomiti che aveva dichiarato il suo profondo amore per Ela, mostra inconsuete gentilezze nei confronti di Francis. Sarà lei la nuova musa inspiratrice di sentimenti amorosi?
-Ela si presenta ad un colloquio di lavoro in un negozio di vestiti vintage. Non c'è stato verso di scampare dalle cure premurose e ossessive di Lola che ha voluto che si truccasse, si arricciasse i capelli e che si vestisse come il dogma vintage comanda. Come un giudice instransigente Lola dichiarava e definiva ciò che era "vintage" e ciò che non lo era. Questo no, questo sì, questo pure, no quello non farmelo neppure vedere.
-Francis ha dovuto muoversi nella giungla burocratica dell'università funklandese, mostrando forza d'animo e incoraggiata dalle altre Funkfunk che, da buone amiche, hanno insultato come si deve l'apparato d'insegnamento. Che vergogna, che professionalità, che "biiiip" sti professori.
-Tiff ha bussato "cortesemente" all'inquilina del piano di sopra chiedendole di fare meno rumore. La vicina non ha potuto fare altro che scusarsi. Le ore di sonno però non era in grado di restituirle.
-O'Tactac, povero O'Tactac. Lola lo ha accompagnato dal medico d'urgenza alla stazione funklandese per una strana infezione cutanea. I due innamorati però non  si aspettavano di certo di incontrare un medico di quelli che se non ti capitano è meglio. Una pantera nera, una modella con il camice li invita ad accomodarsi nel suo studio. L'apparenza inganna però. Sì, perché la pantera-medico-modella non ha gradito che Lola facesse da traduttrice dal tedesco all'italiano per aiutare O'Tactac. Non gradiva che Lola stesse seduta e non gradiva che stesse in piedi. Non gradiva l'espressione seria di Lola e neanche le sue domande. Seria e rude ha spiegato che le ghiandole infiammate di O'Tactac sono causate dall'infezione, "Ma come fate a non saperlo, non ve lo insegnano a scuola?". Lola alza le sopracciglia e si morde la lingua una, due, tre, e pure una quarta volta.

 Una settimana impegnativa per le nostre Funkfunk. Il desiderio di una vita tranquilla è costante e insistente. Forse non verrà esaudito dalla vita stessa, che continuerà a essere dispettosa. Ma c'è una buona notizia, sì c'è. Le Funkfunk hanno una settimana di vacanza, una settimana di tregua, una settimana per recuperare lo studio, una settimana intera!

Buona Pasqua a tutti i nostri lettori!



P.S.

"Hai visto che non era niente, Lola?"
"Sì, ho visto, però prendi le medicine mi raccomando... Non la voglio più vedere la  Naomi Campbell della medicina..."
"Sì, non ti preoccupare."
O'Tactac tutto contento e per niente sconcertato dai modi del medico pantera, comincia a canticchiare: "Nanaaa, voglio una vita tranquilla nanaaa, perché da quando son natoooo..."
"Scusa ma che canti?!"
"Una vita tranquilla di Tricarico. Perché da quando son natooo che è complicataaaa..."
"Sî, la conosco bene..."



Lola e tutte le Funkfunk16

giovedì 14 aprile 2011

Lola-Rocky e finzione scenica: Gli uomini improvvisati di Funklandia

Lo scarico del lavandino e della doccia sono intasati, toppi, bloccati. La luce del bagno è fulminata, così anche una delle lampadine appartenenti al maestoso ma orribile lampadario della regina Vittoria, il quale ci è stato imposto senza possibilità di obiezione da Sandokan, il nostro amministratore. Per non parlare dell'aspirapolvere che non funziona o del rubinetto da cambiare. Cosa fare in questi casi? Maledire il nostro sesso femminile e il mancante pacchetto genetico che caratterizza l'abilità tecnica? Oppure spalancare le finestre, allungare i nostri capelli giù per i due piani sottostanti e pregare che qualche principe, supereroe, dai pure un semplice postino, risponda con prontezza al nostro grido di aiuto? No, cari lettori, nulla di tutto ciò. Dimenticavate che si tratta delle Funkfunk16...




Prima di mettersi al lavoro, senza alcuna esitazione dettata dalla paura ma con animo coraggioso, le Funkfunk hanno scelto la colonna sonora che le avrebbe accompagnate nell'impresa. (Beh che c'è, tutti gli eroi ne hanno una. Noi abbiamo pure risparmiato prendendone una in prestito). Quando tutto era pronto, con un virile cenno del capo le Funkfunk hanno dato il via al rinnovo del Funkappartamento. Ben presto goccie di sudore si presentarono a bagnare le tempie, i polpastrelli delle mani si colorarono di rosso per lo sforzo dello stringere e dell'avvitare, gambe e braccia cominciarono a cedere. In lontananza però si sentiva una voce che le incoraggiava Trying hard now, gonna fly now!

Quando l'ultima lampadina appartenente al lampadario della regina Vittoria venne montata, il loro duro lavoro fu terminato. Si complimentarono l'un l'altra, come fanno i veri uomini, un bastoncino in bocca e una stretta di mano insieme ad un invito per una birra ghiacciata.


"Ragazze, siamo dei fantastici uomini improvvisati!"
"Già Lola... Ma va bene la musica di Rocky e le scenate da wrestling, ma dovevi per forza vestirti così?"
"Perché? Che c'è di male?"
"Per due lampadine ti sei vestita da Rocky versione muratore..."
"Si chiama finzione scenica, cara, F-I-N-Z-I-O-N-E  S-C-E-N-I-C-A!"


Lola-Rocky e i Funkuomini improvvisati

domenica 10 aprile 2011

La primavera?

La primavera?
Un albero di ciliegio selvatico, morbido bianco, fiorito ad un metro dalle nostre finestre.
Gli occhiali a goccia di Francis e la sua elegante unicità nel portarli.
Il suono della chitarra di Ela e la sua voce che accompagna il tramonto.
Le vetrine colme di manichini vestiti di fiori, di paglia e di jeans.
Il vicino molesto ride, le funkfunk però non studiamo strategie di sterminio. 
Le lunghe maniche nell'armadio, insieme agli stivali si preparano al letargo.
Un'aria medievale dai colori sgargianti che pervade le vecchie vie di Funklandia.
Il rossetto perlato di Tiff.
Il sapore di una birra fresca e lo schioccare delle patatine sotto i denti.
Un viottolo di tulipani.
Le infradito che liberano alluci, mignolini e tutti gli altri.
L'allergia di Lola e i suoi buffi starnuti.
Una chiacchierata sull'esistenza e sulla vita davanti ad una coppetta di fragole, limone e zucchero di canna.

La primavera? È davvero arrivata.

mercoledì 6 aprile 2011

Hello Funkfunkgirls!

Sbatto la porta del funkappartamento dietro le mie spalle e giù veloce per le scale. Era strano al telefono, meglio andarlo a prendere alla fermata dei tram. Do il comando alle mie All Stars di muoversi più in fretta, ci vogliono ca. 5 minuti fino alla fermata, sono troppi. Il semaforo verde ed ecco l'entrata del sottopassaggio. Alzo lo sguardo in lontananza e vedo camminare nella mia direzione una sagoma scura. Metto a fuoco e riconosco un cappotto lungo, un trolley da lavoro e una smorfia d'estasi, antica antenata di ciò che avrebbe dovuto essere un sorriso. La camminata da cow boy, con le gambe aperte e le punte dei piedi che si muovono a papera verso l'esterno. Quel corpo sembra solo molleggiare, quasi stesse seguendo il moto di un'onda.
Mi blocco e involontariamente la mia bocca si perde in un'esplicita espressione di sorpresa. Lui si avvicina.
"Hey you! My love, my little girlfriend! How are you my darling?!"
"O'Tactac... ma che ti è preso. Che... che c'hai?"
Lui mi prende la mano e mi fa fare una giravolta, stringendomi poi stretta a lui. Un gesto goffo se si tiene conto che il trolley gli cade e ci manca poco che caschi pure io.
"My love, you know... I don't understand italian... English, you have to speak english, my sweetheart!"
"Inglese? E perché? O'Tactac ma che è successo?"

O'Tactac 2 ore prima...
È il primo aperitivo di lavoro di O'Tactac, tenutosi in uno dei ristoranti più in della Funkcity. Lui è un semplice praticante, ma in Funklandia essere praticante significa essere un dipendente a tutti gli effetti. Che per effetti s'intendesse anche ciò che sarebbe accaduto a breve, O'Tactac ancora non lo sapeva. Un cameriere gli offre dei stuzzichini prelibati, dei fingerfood colorati e speziati. Poi un'altro cameriere, con la stessa riverenza, gli offre un bicchierino di prosecco. Marianne, la collega mamma e donna in affari di O'Tactac, gli racconta qualche dettaglio sul ristorante e gli offre un bicchierino di prosecco. Il capo di O'Tactac, lo prende sotto braccio e gli offre un bicchierino di prosecco. Il capo di O'Tac gli presenta il Boss dei boss, il quale gli offre un bicchierino di prosecco... E poi ancora il cameriere, il responsabile della sezione giornalismo, quello della sezione Contabilità Asia, un collaboratore Investimenti America, e... prosecco, prosecco, prosecco.

"You know, my love, they drink to much for me."
"Eh ci credo che bevono troppo, ma non potevi dirgli di no?"
"No, is not the right answer, my sweetheart. Hey! Wow!"
"Cosa? Che c'è?"
"Lola, my sweet Lola, you're beautiful! Look at your eyes... oh Lola!"
"Ma guarda te che per farmi fare qualche complimento ci voleva la City funklandese. E piantala di parlare inglese."
"Mhh, what? Don't understand, I'm sorry."
Sembra intenzionato a cambiare nazionalità, O'Tactac non molla l'inglese e nemmeno quell'intonazione americana. Camminiamo fino alla funkcasa, nel frattempo mi fa notare il cinguettio dei "birds", la bellezza dei "buildings" e insulta un cassonetto della spazzatura con un "fuck you!".

"Allora, O'Tactac ora entriamo in casa e tu fai il bravo ok?"
"Of course my sweetheart! I have an idea! I come in and I scream: "Hello Funkfunkgirls!""
"No, non puoi. Ela sta studiando e Francis non sta tanto bene. Per piacere, non gridare."
"Sure I will! Please, please, please!"
"No, non se ne parla! E ti prego smettila con questo inglese."
 O'Tactac mi fa il broncio. Anche quello sembra ritrarre il broncio di un americano, tremendamente esagerato. Giro la chiave nella serratura e prego che non si metta ad urlare. La porta si apre, mi giro verso O'Tactac, lui mi sorride maliziosamente. Prende aria neanche fosse Pavarotti prima di un acuto e...

...sussurra, grazie al cielo, sussurra un lieve e strozzato "Hello Funkfunkgirls."


Lola :-)

venerdì 1 aprile 2011

Fame, tanta fame

9.00
"Io, pane burro e marmellata e caffé all'americana. Tu Francis?"
"Io, tazzone di latte con cereali zuccherati ma dietetici e tuoi cookies... perché cavolo li hai cucinati quei cookies!"

15.00
"Io, piadina al formaggio e prosciutto e insalata di crevettes con salsa rosa alla maionese e ketchup... Dai è pur sempre un'insalata. Tu Lola?"
"Io, orecchiette, sante orecchiette, alla caprese, più philadelphia e... No, perché l'ho fatto? Due toast al caprice de dieu!"
"Mmmh situazione critica, nient'altro?"
"Una mela, ma dai una mela non vale..."
"Certo che vale."

21.00
"Io, ho fatto colazione invece di fare cena... Yoghurt con cereali e zucchero di canna. Una fettona di pane integrale, dai almeno era integrale, con burro e marmellata. Poi Nutella... E un té al finocchio tanto per non sentire i morsi della mia coscienza. Tu Francis?
"Io, fettuccine alla carbonara e pane."
"Pane?"
"Senti, i miei genitori sono calabresi, ti pare che io possa mangiare la pasta senza il pane?! Poi ancora quei cookies, mannaggia!"
"Capisco... Nient'altro? Sputa il rospo!"
"Mmmh... Un coniglietto..."
"Coniglietto di che?"
"Cioccolato."
"Cioccolato?!"
"Bianco."
"Bianco?!"
"Orecchie, testa, pancia e un pezzettino di zampa."
"Ah."

Si chiama fame nervosa. Le cause sono ignote. Le Funkfunk16 ne soffrono a dismisura e colpevolizzano unicamente lo stress scolastico. Hanno provato con lo sport, con maestri shatsu, con agopuntura, con una somministrazione elevata di riviste di moda, con tecniche di autoelogio, con diete anticarboidrati, ma niente. Non appena iniziano le presentazioni orali e i lavori da consegnare, le Funkfunk mangiano e mangiano sul serio.

"Francis, mi sa che io e te siamo sulla stessa barca."
"Sì Lola, ma non per molto, tra un po' affondiamo..."


Lola :-)