sabato 24 dicembre 2011

Auguri!

Ci sono ghirlande rosse lucenti e piccoli pupazzi di neve qua e là nella funkfunkcasa... Venite a dare un'occhiata! Guardate un po' lì sul tavolo c'è un vassoio pieno di cioccolatini natalizi: alberelli ripieni marzapane o bocce di natale azzurre e dorate. Servitevi!

Buona Natale a tutti voi, cari lettori!

Un abbraccio,
le vostre Funkfunk16

sabato 10 dicembre 2011

Ogni tanto spunta O'Tactac

Questo blog racconta la vita studentesca di alcune ticinesi alle prese con le stranezze di una città svizzero tedesca, la nostra Funklandia. Noi raccontiamo le difficoltà linguistiche con un tedesco, che più che una lingua sembra un rebus da risolvere, una formula magica da pronunciare solenni, oppure uno scioglilingua. Raccontiamo la vita insieme in questo condominio di studenti amministrato da Sandokan, un uomo leggendario proveniente dal lontano oriente. Oppure gli incontri con studenti giapponesi o con qualche inquilino, per il quale la risata più che un'espressione gioviale è un grido di battaglia.

Ma ogni tanto, qua e là, sbuca lui, O'Tactac, il ragazzo di Lola, che in quanto a stranezza molto bene si adatta a questo pazzo blog. Ebbene dovete sapere che le nostre Funkfunk hanno una formazione letteraria-umanistica e poco sono avezze ai calcoli sfegatati e, diciamolo pure, anche un po' allergiche alle formule e ai numeri che ne pongono le basi. O'Tactac, invece, oltre ad osannare il proprio ego, si alletta nelle acrobazie numeriche cosicché soventissimamente Lola è costretta a seguirlo nelle oscure foreste del calcolo matematico. Lei dà il massimo di sé non appena lui inizia a costruire teoremi, innalzando l'indice su su fino al soffitto. Ed eccolo ancora, il dito in alto e gli occhi socchiusi, pronti a sfornare una conclusione matematica.

"Lola! Non lo abbiamo ancora calcolato!!"
"Cosa? Il totale della spesa di stamattina?"
"No, ma cosa dici?! Quello mica si calcola, dai!"
"Ah no? E allora cosa dovremmo calcolare?"
"La nostra percentuale dell'amore!"

O'Tactac sforna un sorriso mentadent, uno di quelli che Lola teme più che mai. Sentire accostati quei due lemmi "percentuale" e "amore", le fa pensare a:
1. quei test sui giornali di categoria B dove scopri se lui è o non è la tua anima gemella.
2. scienziati pazzi, che hanno venduto l'anima alla causa deterministica e che credono che siano fluidi chimici ad unire o a dividere noi essere umani. Meglio i test sul "Cioè" o su "Grazia".

"Lola! Allora mi ascolti?"
"Sì, dimmi..."
"Allora tu hai 24 anni, io 24, ma sono qualche mese più giovane di te. Eh sì ne dobbiamo tenere conto. Poi stiamo insieme da 3 anni e mezzo, anzi 3 anni, 6 mesi e 5 giorni, che fanno 1280 giorni in tutto. Che sono..."
"O'Tactac... ti prego, troppi numeri."
"Seguimi, allora dicevo... che sono, un attimo..." L'indice fa su e giù, prima in alto, poi vicino alla bocca per pensare meglio.
"Quindi, sì! Fa 30720 ore. Quindi la percentuale delle nostre vite insieme sarà..."
"O'Tactac, io non credo di sentirmi molto bene..."
"Sì eccola! Il 14, 3 % della tua vita, l'hai passato insieme a me!"

Lola guarda O'Tactac, quel suo sorriso vittorioso sembra possedere un centinaio denti, sì sono infiniti...


"Sarebbe la percentuale del nostro amore?"
"Non esattamente. Sarebbe la percentuale del tempo che abbiamo speso ad amarci, niente male no?"


No, niente male direi, e direi pure che la diversità può condurre per tracciati diversi, ma ogni tanto il punto d'arrivo è lo stesso. Lola, allora, comincia a sorridere anche lei, e anche lei di denti ne ha almeno un centinaio.

Lola :-)

giovedì 24 novembre 2011

La busta e la bambina

Ci sono buste e buste. Sì, intendo le buste da lettere. Di buste da lettere ce ne sono di diversi tipi: piccole, grandi, di formato medio, profumate, colorate, fatte a mano o stampate. Ma sapete quali sono quelle da temere di più? Quelle che ti attorcigliano la gola e lo stomaco in una strizzata di panni? Quelle che, non appena le vedi distese dolcemente nella tua buca delle lettere, hanno il potere d'immobilizzarti e di fermare il ritmo frenetico funklandese? Quelle grandi, cari lettori. Temete e tremate alla loro vista, perché nulla potrà impedirne l'impatto inarrestabile. Lola lo sa, sì anche Lola lo sa...

Sta per uscire, Lola, con il suo cappottino marrone, i guanti e il cappellino color panna. Ha imparato a camminare veloce, anche se non è in ritardo, perché qui i funklandesi è così che si distinguono. Saluta per le scale Asako, la giapponese del piano di sotto, che sta trascinando un pino verde su per le scale. "Ma i giapponesi fanno l'albero di natale?" si chiede Lola mentre inforca la maniglia del portone e si abbandona in un salto all'aria gelida di Funklandia. I tre scalini di pietra ed ecco, di fronte a lei, la bucalettere, quell'oggetto d'uso quotidiano che è diventato un assiduo frequentatore dei suoi incubi. Lola ferma il passo e lo adegua a quello di un bradipo pigro...

"Ecco la cassetta delle lettere. Ora, Lola, dacci un'occhiata veloce. Non ti preoccupare, non troverai una busta grande. Dai, conta fino a tre e aprila. Uno... Due... Tre... Quattro... Cinque... Ma no devi contare fino a tre e poi apri! Dai, da capo! Uno... Due... Tre!

All'interno di quella cassettina, Lola vede una busta da lettere che le pareva ancora più grande della grandezza massima. Era stata spedita dal museo, quello strano museo dai modi di fare bizzarri. La risposta era chiara: "Gentile Signora Lola, non possiamo tenere in considerazione la sua candidatura, per questo le restituiamo tutto il suo dossier di documenti. Le auguriamo buona fortuna per il suo futuro lavorativo."

La busta grande ha colpito ancora, le parole scelte sempre le stesse. Non si tengono nemmeno i tuoi dati, il tuo curriculum di una vita. Lo rimandano al mittente. Mi rimandano al mittente.

Era questo che pensava Lola sul tram che la portava all'università funklandese, quando improvvisamente qualcuno le sorride. Una bambina dalla pelle scura e la fisionomia indiana, imbacuccata in una giacca imbottita rosa fucsia, la fissa sorridendo. La nostra Funkfunk sorride a sua volta. Allora, la bimba decide che sorridere non è abbastanza e con le manine ricoperte di guanti morbidi e cicciotti sventola le braccia in segno di un buffo saluto.

Certo, le buste grandi incutono molteplici paure, ma una bambina, che decide di farti sorridere, le spazza via tutte.


Lola :-)

venerdì 18 novembre 2011

Yeswomen

In novembre Funklandia ti mette il broncio, s'ingrigisce. E tu, per non urtare la sua sensibilità, non puoi che assumere quell'aria maliconica e turbata dei poeti romantici. Solo che, bisogna dirglielo a Funklandia che bastano le difficoltà di tutti i giorni a deprimerti e che la sua indifferenza non è che la goccia che fa traboccare il vaso. Sono questi i pensieri che tormentano Lola negli ultimi giorni, si riscaldano e si cuociono per benino nella sua mente, come patate in un pentola a pressione. Finché poi il miscuglio letale scoppia...


Giorno I:

"Ela, non può andare avanti così, ascoltami!"
Lola è ancora in pigiama, i capelli arruffati in un nido d'uccelli e l'odore di caffè del primo mattino al suo seguito. Si butta all'impazzata sul letto di Ela, incrocia le gambe e continua:
"Siamo cambiate, Ela. Siamo così prese da questa corsa per arrivare da qualche parte, che ci siamo dimenticate dove stiamo andando. Corriamo per correre... capisci?!"

Ela sa riconoscere per bene le uscite matte di Lola, sa che deve solo fare un cenno del capo per far sì che l'amica si esplichi meglio.
"Siamo sempre lì, pronte a dire NO. E perché? Per che cosa?! Per nulla cara Ela, nulla! Siamo assorbite dallo studio, dai datori di lavoro che non rispondono, dai pratici pagati una cippa e quando ci si presenta l'occasione di ridere, di scherzare, un'occasione leggera, chiamamola così, sai cosa facciamo?!"
"No..."
"Giusto! Noi diciamo di NO! Di NO, capisci?!"

Ela si raccoglie nei suoi pensieri solo per un attimo, quell'attimo che le consente di capire, di afferrare il messaggio importante di Lola.
"Hai ragione, sai? Siamo diventate vecchie..."
"Ma dobbiamo reagire e sai qual'è il primo passo?"
"Qual'è..." Ela teme il peggio, va bene la presa di coscienza, ma anche la presa di posizione è un po' troppo.
"Twilight! Noi andremo a vedere quel film sui vampiri, parlo con Francis, la convinco io. Abbiamo bisogno di fare una cosa stupida. Abbiamo bisogno di dare un'altra possibilità alle cose, abbiamo bisogno di dire di SÌ!"


Giorno II
"Lola, avevi ragione! Dobbiamo essere delle Yeswomen, dobbiamo dire di sì. E io l'ho fatto!"
Con il suo sorriso Mentadent, Ela conduce la sua coinquilina in cucina.
"Ho deciso di dire di sì e di dargli una seconda possibilità!"
"A chi?"
"Alla barbabietola! L'ho comprata, l'ho tagliata e l'ho mangiata. E ti dirò non mi è nemmeno tanto dispiaciuta!"


Un sorriso mentadent a tutti,
Lola :-)

giovedì 10 novembre 2011

Il wild west, ma tutte a me?

Bene, ha messo i jeans. Sì alla fine ha messo i jeans, per mostrare che è una persona semplice. Poi ha messo la giacca a quadri con le toppe marroni sui gomiti, che fa tanto inglese. Sì, perché così dimostra che ha carattere. E infine ha arricciato un po' i capelli, e sì per sembrare più gentile e armoniosa. Bene, Lola è pronta, un colloquio al museo l'attende.

"Hai mai fatto qualcosa del genere?" Una biondina, tipica svizzera tedesca, si rivolge a Lola. Insieme guardano la trentina di studenti, tutti desiderosi di ricevere quel lavoro.
"Nein," risponde la nostra Funkfunk "è il primo colloquio che faccio..." Le due giovani si sorridono, cercando di farsi forza come possono.
Un donna sale su di un palchetto di fronte ad un pubblico di giovani aspiranti, il rumore dei suoi stivali rimbomba nelle orecchie di Lola che si ripete istericamente che i tempi del wild west sono passati e che quella donna dalla camminata decisa non estrarrà mai una pistola e non sogghignerà mai con un bastoncino incastrato tra i denti.

"Na gut, Ich begrüsse euch ganz herzlich zu dieser Informationsveranstaltung" la cowgirl ci dà il benvenuto. "Ora vi spiego il procedimento di questa seduta. Ognuno di voi dovrà salire al piano di sopra, lì ci sarà un tavolo con tre fogli. Voi dovete iscrivervi su di un singolo foglio, in questo modo vi annuncerete per il colloquio che durerà quindici minuti. Ci sono domande?"

Mmm Lola avrebbe voluto chiedere, se per salire al piano di sopra avrebbero dovuto superare un percorso ad ostacoli o gareggiare uno contro l'altro con le gambe legate tra loro per raggiungere per primi i famigerati formulari. Ma niente, ogni ragazzo, ogni ragazza, si alza lentamente e in una fila indiana, che manco alle processioni, si dirigono verso le scale.

"Lei è la signora Lola, giusto? Lola." ripete due volte il nome, la cowgirl, forse perché Lola deve avere avuto un'espressione poco convinta, dovuta piuttosto al timore per qualche ipotetica arma da fuoco nascosta sotto la scrivania.
"Sì, sono io." Un sorriso di quelli impostati, caratteristici della formalità lavorativa, dà il via all'interrogatorio.
"Signora Lola, potrebbe elencarmi i suoi punti forti?"
"Signora Lola, mi dica, cosa si aspetta da questa posizione?

Sembra un colloquio normale, le domande sembrano essere quelle classiche ma poi qualcosa cambia e forse Lola, non c'aveva visto male quando aveva letto in quella donna un che di audace e avventuriero.
"Gentile signora Lola, lei sa che la sala d'esposizione è raggiungibile solo con un ascensore. Bene, ora provi ad immaginare che questo ascensore si bloccasse, che non funzionasse più. Cosa farebbe?"
"Signora Lola, lei sa che la capienza della sala è di sole 50 persone. Cosa farebbe se un visitatore insistesse esageratamente per entrare nella sala già piena?"
"E se invece un visitatore la trattasse male, se fosse veramente irritante?"

Lola allora, più che sconcertata e anche un poco spaventata, balbetta: "Mi scusi, ma devono succedere tutte a me?!"


No, non ho risposto così,  ma avrei tanto voluto. Ho sorriso, ho formulato delle risposte responsabili e competenti. Forse però per lavorare in un museo e fare attenzione che nessuno tocchi i quadri o se l'infili nella borsetta, qualche tocco di spirito avventuriero non guasta. Voi cosa dite, devo iniziare a mettere gli stivali da cowboy e guardare film di Clint Eastwood?

Lola :-)

giovedì 3 novembre 2011

Almeno...

Gentile Signora Lola, 
La invitiamo alla seduta informativa per la nostra mostra Chuacraty-collection. Oltre ad informazioni sul posto di lavoro e sulla collezione avrà la possibilità di presentarsi al nostro team. 
A presto,
Museo tal dei tali


Quando aveva 10 anni chiesero a Lola cosa volesse fare da grande, lei rispose la dottoressa. Quando aveva 14 anni chiesero a Lola cosa volesse fare da grande, lei rispose la pittrice. Quando aveva 18 anni chiesero a Lola cosa volesse fare da grande, lei rispose "sono già grande".
Sono ormai 6 anni che Lola risponde alla stessa maniera. Anche quest'estate quando le hanno chiesto cosa volesse fare da grande, lei si è fermata in mezzo alla strada per controllare in qualche vetrina la sua immagine riflessa, non sia mai che qualche qualche fiocco rosa le si sia incastrato in una ciocca di capelli. No tutto ok, sembri una ventiquatrenne. Ed ecco, dopo il dovuto controllo, che la stessa risposta viene pronunciata chiara ed altisonante: "Il problema è che sono già grande..."

Lola sta cercando in tutti modi di scoprire, quale potrebbe essere la risposta esatta a quella domanda. Ha mandato candidature a destra e a manca per chiarirlo. Vorrebbe poter dire "faccio l'archivista", oppure "lavoro in un museo", oppure "faccio la ricercatrice". Ma è così difficile? Lola non vuole di certo fare l'astronauta, la domatrice di leoni, la spazzacamina o il pagliaccio... anche se per l'ultima poco ci manca.

"Ragazze, ho ricevuto una mail da un museo al quale avevo mandato una mia candidatura. Mi hanno invitato ad una sessione dove potrò presentarmi!"
Ela e la sua sorella maggiore Cotlet fanno colazione di prima mattina e cercano di prendere parte a quella mia intensa euforia mattutina.

"Solo che non so... dovrò presentarmi e devo essere più brava degli altri candidati."
"Almeno ti hanno chiamato dai..."
"Solo che non so... il mio accento italiano potrebbe farmi perdere dei punti."
"Almeno padroneggi bene un'altra lingua nazionale, non è poco..."
"Solo che non so... cosa devo mettermi?"
"ma direi un pantolone-nonjeans e una camicia, ce l'hai?"
"no..."
"Allora comprali, cara."

"Solo che non so... se poi non mi prendono, ci rimango male."
"Beh cara Lola, almeno avrai fatto shopping!"


Lola non sa ancora quale sarà la risposta a quella odiosa domanda che la fa sembrare sempre e inesorabilmente bambina, ma sa che una sana dose di shopping, intanto che aspetta che qualcosa cambi, non guasta mai!

Un abbraccio,

Lola

mercoledì 26 ottobre 2011

Cavolfiori a merenda

Va bene che ognuno di noi ha avuto la sua infanzia. Siamo d'accordo che questa infanzia ci ha plasmato fino a farci diventare gli adulti che siamo. Ok che siamo tutti frutto di quei momenti lontani e primordiali. Ma il cavolo crudo a merenda no, dai.

"Ela, stasera cucino la pasta con i cavolfiori... Non fare quella faccia. No, non con i broccoli. Con i cavoli, quelli bianchi. Sì, che si fa... In Puglia si fa." Ed ecco che se una pietanza si cucina in puglia, beh allora si può cucinare in tutto il mondo. O almeno è così che Lola continua a ripetere, facendosi forza con l'esempio delle cime di rapa, il piatto dei poveri divenuto la leccornia prestigiosa dell'alta cucina. Beh di fronte alla cime di rapa, Ela ha ben poco da controbattere: Questa cena s'ha da fare!

Lola comincia a tagliare il cavolfiore, bianco e candido come una nuvola d'estate... E deve essersene accorta bene anche Ela della bellezza di quel cavolo, perché ogni pezzo che il coltello affilato di Lola ha appena sminuzzato finisce nella sua bocca... Lola allora vuole dirlo ad Ela che quello è un cavolfiore crudo, crudo! Ma la strana degustatrice sembra lontana e con l'espressione dei vecchi che vanno a raccogliere le emozioni sepolte, Ela inizia a raccontare:

"Quando ero bambina volevo mangiare il cavolfiore crudo... Lo chiedevo sempre alla mia mamma..." E slurp, ingoglia un altro pezzo di cavolfiore.
"Ela, lo sai che sei l'unica bambina al mondo a fare una richiesta del genere? Ma cos'eri una "bambina bio"?"

Ma lei sorride, prende un altro pezzo di cavolfiore crudo, lo mastica con gli occhi chiusi e pronuncia lentamente queste parole:
"Ah, la RIMEMBRANZA..." Un sospiro ed un altro cavolfiore in bocca...

Lola guarda in silenzio la sua coinquilina che sembra inscenare una pubblicità, la vede mentre ingoglia sorridente quella verdura buffa e poco amata dal mondo, ascolta il mastichio croccante che proviene dalla bocca della sua amica, di quella strana bambina bio... Quando poi, d'un tratto, se ne accorge:

"Ela, e che cavolo! Hai finito il cavolo!"


Lola :-)

lunedì 24 ottobre 2011

NOTIZIE DALL'ABSURDISTAN! ...Bisogna tagliare, tagliare i costi!

Forse è ora di fare un po’ di polemica!
Premetto che questo post potrà suscitare qualche critica, ma quello che racconteró ha una base fondata ed è stato vissuto da me in prima persona durante il mio pseudo-stage tra i miei connazionali italiani.

Come ben sapete, il mantra italiano ormai definitosi da tempo è “Tagliare i costi!”. ‘Tagliare i costi’ in Italia significa togliere fondi alle persone o alle istituzioni che valgono, come le scuole o i poveri ed umili cittadini che pur svolgendo il loro lavoro degnamente vengono devalorizzati. ‘Tagliare i costi’ NON significa togliere laddove c’è davvero spreco, laddove una persona, per un semplice titolo ad honorem, guadagna migliaia e migliaia di franchi, non ha nessun affitto da pagare, ha la domestica e l’autista gratuiti ed è talmente stressata che passa le sue giornate giocando a golf o andando a cavallo, invece di adempiere ai suoi doveri di persona illustre e di cittadino d’onore. 80.000 franchi spesi da questa stessa persona in un anno per organizzare pranzi e cene con altre persone illustri, con l’unico fine di mantenere viva quell’apparenza che tanto inganna. 80.000 franchi spesi in capricci, soldi che potrebbero sfamare piú di una famiglia italiana, soldi che non si considerano SPRECATI! Ma qui, niente tagli! 80.000 regalati a questa persona illustre, che si aggiungono agli altri migliaia di franchi che questa puó guadagnare. Si pensi solo a quanto deve spendere in un anno per il suo abbonamento di golf e per andare a cavallo. 200.000 franchi gli basteranno per SOPRAVVIVERE? Ma qui, niente tagli!

I tagli si fanno sull’acqua calda in bagno, che viene chiusa perché bisogna RISPARMIARE! ...

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Quando il bel tenore di vita di un italiano medio viene meno...
 
Diciamo che 7.000 franchi vengono DONATI a impiegati che in un giorno svolgono un lavoro che potrebbe concludersi in quattro ore. 7.000 franchi di cui 2.000 vengono spesi per un affitto di DUE persone. 7.000 franchi che si dimezzano e scendonoo circa a 4.000 a causa del cambio euro-franco. 4.000 franchi che portano queste persone a dichiarare di essere nellla SOGLIA DI SOPRAVVIVENZA (senza dover mantenere una famiglia, MA permettendosi un affitto di 2.000 franchi per due persone). 4.000 santi franchi con cui una famiglia di emigrati italiani ha dovuto lottare per anni per cercare di mantenere i suoi figli, comprargli da mangiare e mandarli a scuola. 4.000 santi franchi, di cui ogni centesimo valeva oro. 4.000 santi franchi che duravano niente, ma che hanno portato una povera ed umile famiglia a crearsi un futuro abbastanza agiato. 4.000 santi franchi che oggi creano disagi, ma che ieri venivano VALORIZZATI!!

Francis

sabato 22 ottobre 2011

O'Tactac e l'esperienza mistica

A volte le mancano le parole. Rimane di stucco e lo fissa in faccia, muta.

Lola non sa quale formula repellente pronunciare quando O'Tactac ne combina una delle sue. Come quando aveva deciso di ribellarsi allo shampoo, miscuglio velenoso, ed era andato in giro a pavoneggiarsi della sua testa corvina e cespugliosa. O quando di fronte ad una cassiera in un supermercato decide che la sua ragazza deve essere apostrofata con l'elegante e grazioso soprannome "S. come Sederino", e su a chiamarla per i corridoi e gli scaffali imbottiti di cereali, facendola arrossire dinnanzi alle signore anziane e riguardose. O quando decise che il suo di nome, "O'Tactac", in fondo non era adatto al suo rango, che non esprimeva appieno la grandezza del suo animo e impose a Lola il suo nuovo titolo, "O'Tactac Magno, così mi devi chiamare"... E ora, la nostra Lola, quando riceve un messaggio o una telefonata dalla sua metà, vede comparire sul display l'immagine di un filosofo nel nobile atto del pensare con l'avviso di chiamata da O'Tactac Magno...


"Io, con te, non so proprio cosa devo fare..."
"Eh lo so! Neanche io lo saprei al posto tuo, S." O'Tactac, fa così, beffeggia Lola quando sente che lei sta intraprendendo la strada del conflitto. Lui sorride e si comporta come una star adulata e corteggiata.
"No, O'Tactac, non scherzare... Non puoi, non devi, non è giusto... Ah!"
"Che c'è, Lola?"
"Non mi vengono le parole, non riesco nemmeno a finire la frase!"
"Eh cara, si chiama ESTASI... Faccio questo effetto a volte..."


Lola :-)

giovedì 20 ottobre 2011

Occupy Funklandia

Il concetto di semiotica e simbolica all'interno delle asserzioni di Kristeva, sulla costruzione del "sè" nell'immaginario collettivo di un pubblico ricevente, tende a decostruire a sua volta l'essenzialità della realtà stessa, la quale si riduce a null'altro che interpretazione, da comprendere nel senso foucaultiano, ovvero un'interpretazione che è la più potente, che è stata capace di imporsi sulle altre e di definire ciò che è.

...Sono ormai diverse ore che Ela sottolinea, legge e riscrive le folli ed incomprensibili tesi della Kristeva e dei suoi amici postmoderni. Perché mai, complicarsi la vita in questo modo, perché perdere la bellezza della banalità delle cose, frullandosi la mente con queste teorie che funzionano solo per assurdo?

"Ela!" Lola bussa alla porta, ma è la sua voce ad esprimere l'impazienza di ciò che ha da raccontare.
"Entra pure, dimmi."
"Ela, sai quanto prende un amico di un amico che lavora in banca al 50%?"
"Non lo voglio sapere..."
"Indovina..."
"Non lo voglio sapeeere..."
"Indovina, ti dico. Ok non indovinare te lo dico io."

Lola confida alla sua coinquilina, la cifra spropositata, che un ragazzo della sua età guadagna lavorando in banca. Ripete più di una volta la cifra tonda, marcando le doppie e le R per rendere ancora di più quell'abisso tra due mondi lontani. Il loro, quello delle materie umanistiche, dove se ti va bene ti pagano due spiccioli ed una noce, e quell'altro, dove ciò che fai porta profitto e non devi ringraziare quando ricevi la busta paga.

"Ci credo che occupano Funklandia!"
"Lola?"
"Dimmi..."
"Dici che quegli uomini d'affari l'avranno mai letta Kristeva o Foucault?"

Lola non risponde ancora, pensa che non ci sono buoni o cattivi, partecipare alla demonizzazione di un nemico, di quelli con i soldi, non porta a nulla se non ad un escalation di rabbia e confusione. Rimane un abisso però, non per colpa nostra, né loro, ma per qualcosa che abbiamo costruito insieme e che è diventato molto più grande di noi.

"No, Ela, non credo li abbiano mai letti."


Lola

lunedì 17 ottobre 2011

Tanti funkauguri!

Le Funkfunk16 compiono 1 anno!



Vi hanno raccontato le loro gaffe linguistiche alle prese con lo svizzero tedesco, le loro figuracce funklandesi, le avventure con barboni innamorati e inconsuete passeggiate pepate. Hanno condiviso con voi i dialoghi pazzi, le mangiate da balenottere (con o senza nutella), le abitudini culturali e culinarie. Si sono descritte esagerando nei difetti, nelle fisse, nelle mancanze per poi riderne insieme davanti ad un bicchiere di coca cola.

Ela vi ha cantato le sue canzoni aggrappata ad una vecchia chitarra, Lola si è sentita più libera, romanzandovi quest'amabile realtà, Francis vi ha concesso qualche angolo della sua riservatezza per scherzare con voi su quella risata che mai l'abbandona.


Inutile dirvi, cari funklettori, che siete il motore scatenante di questo buffo e scapestrato blog.
Un grazie a voi!



Le vostre Funkfunk 16

mercoledì 12 ottobre 2011

Lola NON sa!


Lola non sa che deve assolutamente riprendere a scrivere le sue storielle fantastiche!

Lola non sa che le sue storielle non riempivano di gioia solo le giornate delle Funkfunk, ma anche quelle di tutti i suoi Lettori!

Lola non sa che regalando un sorriso agli altri, lo regala anche a se stessa!

Lola non sa che deve attrarre nuovamente l’attenzione dei suoi lettori per perseverare nella sua creazione!!

Cari Lettori, chiedo il Vostro sostegno per incoraggiare maggiormente Lola, la nostra Funkamministratrice, a ricaricare le sue batterie, cosí da colmare questo blog di una nuova ironia e solarità!

FORZA LOLA!! :D
Vostra Funk F.

mercoledì 28 settembre 2011

Tina

Si è trasferita tra le mura della funkcasa, come una dolce farfalla si poggia su di un fiore che l'accoglie pronto. Con grazia e delicatezza, Tina ha portato i suoi mobili, il suo cibo, le sue scarpe e tutta la sua vita nell'appartamento delle bizzare funkfunk. Loro la incontrano per il corridoio o in cucina e lei non fa che riscaldarle con sorrisi e saluti azzurri, tali e quali ai suoi occhi. È piccola, ma decisa, forte, rispettosa, tutte qualità che si leggono dal movimento dei suoi passi e lo spostamento che fanno i suoi corti capelli biondi sulle spalle.

Ma Lola, che se le si forma una domanda irrequieta nella mente riesce a zittirla con difficoltà e per poco, non ha potuto non chiederle ciò che da tempo la incuriosiva:

"Tina, darf ich dich etwas fragen? Aber nur wenn es nicht zu persönlich ist? Tina posso chiederti qualcosa? Ma solo se non è troppo personale?" Il sorriso di risposta della coinquilina svizzero-tedesca, suonava come un quieto "via libera".
"Perché studi ingegnieria meccanica? Voglio dire, per una donna è strano, ehm particolare, direi..."

Il sorriso che aveva aperto quella discussione non abbandonava il viso chiaro di Tina che facendo una pausa diede un tocco di solennità e di mistero alle parole che seguirono:
"Sai Lola, se guardo un'automobile io non la guardo come fanno gli uomini. Io la vedo bella, ma non come gli altri. Un'auto per me è affascinante perché funziona. Ecco perché studio ingnegnieria, per la bellezza delle cose che funzionano."

Lola rimase colpita e immobilizzata da quella semplicità che nascondeva un'accesa passione, si limitò a sorridere a sua volta e ad annuire con la testa a penzoloni.
"Und du? Wieso studierst du Geschichte?" Quella domanda fu una spinta fredda e scivolosa nel passato, quando Lola quattro anni fa decise di studiare storia. Perché? Credeva di averlo dimenticato, di averlo perso tra i crediti del sistema di Bologna e la precarietà dei magri posti di lavoro. Come un atleta soddisfatto che dopo un'acrobazia in aria riemerge da una piscina olimpionica, Lola rispose: "Per l'uomo. Ho studiato storia perché mi racconta l'uomo, l'umanità e tutto ciò che siamo".

Tina non lo sapeva, ma con un po' della sua passione ha fatto tornare a brillare gli occhi fin troppo burocratici di Lola.



Lola :-)

domenica 25 settembre 2011

Ho ripreso a respirare!!

Questa è la storia di Francis, che dopo anni di monotonia alternata a momenti di apnea, ha ripreso felicemente a respirare. La sua routine è finalmente cambiata, anche se per un caso fortuito, ma è cambiata! E in positivo! Il suo tragitto casa-scuola-casa ha smesso di essere percorso, perché, come vi ha annunciato Lola, Francis ha trovato un ‘lavoro’ temporaneo. Questo ‘lavoro’ ha fornito a Francis la capacità di respirare serenamente e la possibilità di riscoprire il significato della parola R-E-S-P-I-R-A-R-E. 

Respirare è:

alzarsi la mattina con il sorriso stampato in faccia, senza l’ansia di dover andare a scuola

incrociare per casa la tua nuova coinquilina che ti accoglie con un caloroso “Guete Morge”

svegliarti accanto al tuo Amore e dedicare a LUI tutto il tempo a disposizione

avere l’agenda vuota, da riempire solo con i tuoi desideri

arrivare in centro all’ora del tramonto e concederti una passeggiata spensierata per le vie di Funklandia, senza l’ansia di dover prepare presentazioni o esami

andare dal tuo massaggiatore giapponese e sentirti tre metri sopra il cielo, completamente immateriale e sospesa nel vuoto :D

aiutare il prossimo senza ricevere un soldo in cambio

poter urlare felicemente “NO” alla domanda “Hai ancora ansia?”

non vedere l’ora di diventare zia, per conoscere la nipotina mezza coreana e mezza italiana

voglia di conoscere persone nuove e idee nuove

libertà di scegliere chi avere attorno, di pensare e di dire quello che ti pare


Francis adesso respira felicemente, perché il suo Yin e Yang sono in perfetto equilibrio! :D

sabato 10 settembre 2011

News funklandesi

Ingoiate da una balena? Disintegrate da un'esplosione nucleare? Cadute in un eterno sonno improvviso che manco la Bella Addormentata? Indigestione di carne portoghese? Oppure scappate verso terre lontane ed ignote? In un combattimento all'ultimo sangue contro schiere di piante pidocchiose? Ma cosa combinano le Funkfunk questi giorni d'agosto e di settembre, nei quali accennano appena una vaga presenza in questo loro spazio virtuale?

Ela: Ha fatto shopping apposta, ha dovuto comprare vestiti adatti all'ambiente e al suo ruolo. Ela è stata assunta come stagista tutto fare in una galleria d'arte in Funklandia. Risponde al telefono, apre e chiude la sede, appende o toglie i quadri dalle pareti e si occupa dei clienti con il suo sorriso mentadent, che noi conosciamo benissimo. E poi... e poi cerca di studiare un atteggiamento che non smuova l'instabile equilibrio interiore del suo capo. Il boss di Ela è tutto quello che ci si potrebbe aspettare da un artista spannato con i soldi: bello, in là con gli anni, naturalmente omosessuale e tremendamente teatrale e capriccioso. Ora, la nostra cara Funkfunk, beve champagne con tutti i sudditi del capo stralunato nella sua villa lussuosa, peccato che lo champagne e il lusso non le fanno proprio girare la testa...

Francis: La pelle abbronzata la fa confondere con le ragazze dei popoli più a sud dell'Italia meridionale, ma rimane sempre lei con la sua risata contagiosa e a tratti spaventosa. Francis è già in Funklandia ed è stata assunta come stagista tutto fare al consolato italiano. Deve abituarsi al cocktail di accenti italiani, dove sud e nord non sono che accenti spostati su di una stessa parola. Francis cerca di stare dietro a questo strano ritmo delle azioni e delle parole: lento, più libero, forse più italiano. Ora, la nostra cara Funkfunk, ordina dei documenti appartenenti a qualche emigrante che con la valigia di cartone aveva detto addio alle campagne del Bel Paese, ripetendosi fino allo sfinimento che sarebbe stato solo un "arrivederci"...

Lola: Le tremano un po' le gambe e si maledice per avere bevuto quel caffè stamattina, non ci voleva altro nervosismo chimico nelle vene. Suona alla porta, la mattina presto di un lunedì di settembre, non c'è anima viva se non qualche pescatore in lontananza in lotta con una trota che non pescherà mai. Ci mettono un po' ad aprire, allora lei si guarda intorno, legge ogni cartello affisso allo stabile cercando di prepararsi al suo contenuto. La serratura gira, buongiorno sono la nuova stagista. Sorride, Lola, perché è così che è sempre riuscita ad aprire le fessure più strette e i cammini più ispidi. Abbiamo una nuova stagista? Non sapevamo nulla... prego, prego, entri. Ora, la nostra cara Funkfunk, sta scartabellando in un archivio storico tra documenti d'inizio Novecento. Legge la corrispondenza di un tale Antonio Trampelli, rinchiuso in un manicomio per il crimine di "vagabondaggio". Legge le sue lettere, Lola, e si chiede che fine ha fatto Antonio, se qualcuno ha dato mai ascolto alle sue lettere e se l'hanno liberato...


P.s. Dovrete aspettare ancora un po' per le notizie su Tina, la nuova Funkfunk. Ma arriveranno presto!

Lola :-)

mercoledì 7 settembre 2011

Il pidocchio non dura, perché Titania lo cattura

Cari lettori, un post veloce per aggiornarvi sulle notizie dal mondo vegetale con cui convivo nella mia cameretta funklandiana:
In occasione del mio recente compleanno i miei due geniali fratelli hanno pensato bene di farmi un regalo utile ed efficiente. Dopo la tragica fine di Amleto, il mio cactus pidocchioso, ecco che ha preso il suo posto vicino al resistente Otello, Titania, dolce e incantata regina delle fate per Shakespeare, pianta carnivora sterminatrice di pidocchi per il suo co-vegetale shakespeariano J
Tenerli in vita tutti e due sarà la mia sfida; il grande poeta inglese, comunque, non ha previsto nessuna tragica fine per Titania, questo è sicuramente un buon presupposto!;)

Un bacione
Ela

domenica 28 agosto 2011

Portogallo, mio Portogallo


Oggi mi sento malinconica. Ho finito la mia giornata lavorativa e mi è venuto in mente che solo un paio di settimane fa le quattro Funkfunk passeggiavano per le strade di Lisbona senza una meta, alla scoperta di nuovi luoghi, oggetti e sapori. Questo è ciò che si fa quando si viaggia, si va a zonzo senza un motivo preciso, scoprendo mille dettagli apparentemente insignificanti.
Nel nostro viaggio abbiamo avuto la fortuna di poter assistere ad una cerimonia tradizionale, il matrimonio di Nina, e poter condividere con lei un momento così speciale. Ma abbiamo anche potuto vedere un paese attraverso le finestre di un treno da cui abbiamo ammirato diversi paesaggi, finché non ci siamo abituati alle forme e alla luce intensa di Lisbona. Tante impressioni si sono accumulate nei sei giorni che abbiamo dedicato a questo paese e alcune impressioni funklandiane sono diventate parte della nostra valigia dei ricordi: una “bifana” (panino con carne in salsa all’aglio) alle dieci di mattino e una grigliata fornitissima a mezzogiorno (Lola: ma io pensavo che la bifana fosse il pranzo… non ho più fame:S) e un'immensa quantità di cibo alla sera, il bisogno di bicarbonato per digerire tutto, le due stanze d’albergo sobrie e funzionali trasformate in super-saloni di bellezza per prepararci in tempo record alla festa nuziale, Lola-coiffeuse con i fiocchi e Tiff truccatrice esperta (se permettete eravamo tutte degli schianti;) la maratona del matrimonio con i tacchi (abbandonata tempestivamente da Lola e Franz che hanno fatto sciopero), il vino verde (buooono), la mancanza di sonno e… Lisbona- città delle funivie, Lisbona-città un deliziosamente antica, Lisbona- città incantata dove tutto sembra brillante, Lisbona- città dove si ordina un ottimo Mojito, Lisbona- città del Fado, Lisbona- città del mare, Lisbona- città dei piccioni, Lisbona- città di antichi scopritori e città di quattro avventuriere moderne ;)
Ela:D

giovedì 21 luglio 2011

Vacanze, matrimoni e la legge della ciclicità

La vita si muove ciclicamente. Tutto si ripete, seguendo un percorso ciclico, in cui momenti tranquilli lasciano spazio ad un climax di frenesia e agitazione. Ma non vi preoccupate, la tappa consecutiva alla pazzia è la quiete, il relax, la pace.

Quanto è vero tutto ciò per le nostre Funkfunk, le nostre studentesse che ora possono godersi l'ebrezza vacanziera. Hanno dato tutti i loro esami, hanno trovato una coinquilina, si sono date da fare per non sembrare delle balenottere nella prova costume e si sono ricaricate con vitamine, verdure e frutta di ogni genere. I loro cervelli hanno abbandonato teorie linguistiche e stratagemmi letterari per dedicarsi alle frivolezze della natura femminile.  Il viaggio in Portogallo, il matrimonio portoghese di Nina, le acconciature, i vestiti, le creme solari e i cappelli di paglia da classiche turiste allo sbaraglio.

Le nostre Funkfunk sono pronte. Sì, sono proprio pronte per l'estate. Ma cosa le aspetterà in Portogallo, quali stranezze, personaggi o situazioni incontreranno le studentesse funklandesi nel loro viaggio estivo? Secondo la legge della ciclicità della vita, ora è il momento del relax assoluto, della consuetudine, delle dormite, dei romanzi leggeri sotto un ombrellone a strisce, dei granelli di sabbia incastrati tra le dita dei piedi. Una regola, però, non è legge se non vi sono delle eccezioni... Questo non ditelo alle Funkfunk, lasciamole decollare su quell'aereo tanto sognato senza influenzarle. Attendiamo i loro racconti, noi siamo gli spettatori, loro, per questa volta, le protagoniste.

Funkfunk, buone vacanze!

lunedì 11 luglio 2011

Carine e coccolose, carine e coccolose

Immaginate la vecchia funkcasa, o meglio "una casetta di vecchio stampo" che suona più retrò. Immaginate Lola ed Ela che l'hanno lucidata come non mai, nemmeno i termosifoni e gli angoli più nascosti delle finestre sono stati risparmiati da strofinacci e detersivi. Immaginate la cucina e sul tavolo bianco un piattino che offre allo sguardo dei Ferrero Rocher e poi dei tovaglioli di carta viola, appoggiati delicatamente accanto. Immaginate due ragazze in attesa, una tiene in mano un blocco di fogli con gli appuntamenti e le informazioni importanti e l'altra fa il giro delle stanze per assicurarsi che il feng shui non sia solo un abbozzo. Il momento dell'incontro con le aspiranti Funkfunk è arrivato! Eccovi qui qualche incontro, o scontro a dipendenza dal caso...

Hanna, 18 anni igienista dentale:
"Hallo! Ich bin Ela."
"Und ich bin Lola, freut mich!"

La ragazza, alta, bionda, una modella dai, sembra entrare nel funkappartamento quasi per obbligo. Appare intimorita, nemmeno i grandi sorrisi di Lola ed Ela riescono a tranquillizzarla. Eppure se l'erano promesso e ripromesso, le due Funkfunk: "Dobbiamo essere carine e coccolose, carine e coccolose". Dopo il mini tour nel mondo funkfunkiano, Lola offre un bicchiere d'aqcua alla ragazza spaventata, la invita a sedersi e a gustare un cioccolatino. Lei rifiuta il cioccolatino, ma non può che accettare il bicchiere d'acqua. Non si siede, rimane in piedi e così, per par condicio, tutte in piedi in cucina. Ela comincia ad elencare le informazioni importanti: cambieranno la cucina quest'estate, ah sì anche il pavimento del bagno,... Hanna ascolta le parole di Ela, una per una, poi, quando queste terminano, rimane in silenzio, tutte rimangono in silenzio. Improvvisamente la ragazza si risveglia dal torpore: "Vi ringrazio, ora vado." Ela la invita a finire di bere il suo bicchiere d'acqua. "No, mi dispiace, ma non ce la faccio più".

Le funkfunk ringraziano la ragazza, le offrono la mano e la salutano sorridendo. Poi Lola chiude la porta a chiave, si gira verso Ela, le due si guardano. Lola, si volta nuovamente verso la porta e sbatte la testa ripetutamente su di essa.

Helke, 24 anni, igienista dentale (ma tutte igieniste?)
"Hallo? Prhonto? C'è qualcuno? Oh sì, sono Helke dalla Gerhmania, purhtrhoppo non rhiesco a trhovarhvi! Ah ok, mi venite a prhenderhe, bene, assolutamente bene, perhché mi sono pehrsa, Oh mein Gott, pehrsa!"
Lola esce correndo a cercare l'altra aspirante funkfunk che si è persa per le vie adiacenti alla loro funkcasa, non deve ricercare a lungo, le basta voltare l'angolo.

"Oh, mi dispiace, mi sono perhsa. Ah sì, tu sei Lolita e tu Ila, oh che disastrho queste strhade!"
"Eh sì... In realtà io sarei Lola e lei Ela."
"Oh sì certo, Lorha und Helga! Piacerhe, carhe!"
"Piacere tutto nostro, c-a-r-a." Lola guarda Ela, Ela guarda il suolo, cercando di evitare l'espressione della sua amica, che sa essere fin troppo eloquente per quel momento. Lola allora, le tira una gomitata, per dare voce, comunque e in qualche modo, al suo dissenso.
"Oh, rhagazze, ma qui è tutto vecchio! È tutto così piccolo, non ci posso crhederhe! Oh, ah! Ah!" Scoppia in una risata e: "avete la moquette, perh carhità! Ma dirhei che qui siete prhoprhio, strhettine, no?"
"Ma sai, ci troviamo bene..."
"Aha, sì lo immagino... Fate feste qui? Parhty? Tanti? Oh io sono una festaiola!"
"Certo..."
"Sono arrhabbiatissima, sapete? In un altro appartamento non mi hanno prhesa e orha andrhò a rheclamare, non gliela lascio passarhe liscia a quei Scheissmenschen!"
Lola ed Ela deglutiscono in contemporanea... Helke le tiene ancora per un'ora intera ad ascoltare le sue disavventure funklandesi, i suoi sogni o meglio i suoi pragmatici intenti qui in Funklandia, le sue aspettative scolastiche, le sue amicizie, le sue...

Le funkfunk ringraziano la ragazza, le offrono la mano e la salutano sorridendo. Poi Lola chiude la porta a chiave, si gira verso Ela, le due si guardano. Lola si volta nuovamente verso la porta e sbatte la testa ripetutamente su di essa.

Tina, 21 anni, studente di ingegneria:
"Piacere, sono Tina, voi dovete essere Ela e Lola, giusto."
"In carne ed ossa, piacere"
L'aspirante Funkfunk offre la mano ad entrambe e conosce perfettamente il loro nome. Si rivolge alle Funkfunk parlando il tedesco e non il dialetto svizzero-tedesco, difficile da comprendere per chi non è di lingua madre. Chiede gentilmente se può appoggiare le sue borse all'entrata e continua a sorridere. Ela e Lola le mostrano la funkstanza ormai vuota. Poi si siede con loro al tavolo della cucina e scherza sulla vita da studenti. Racconta che il suo vecchio appartamento sta per essere demolito, perché fin troppo vecchio e pericolante. Tina si congeda sempre sorridendo, e ripetendo i nomi esatti: "Ela e Lola, richtig?"

Le funkfunk ringraziano la ragazza, le offrono la mano e la salutano sorridendo. Poi Lola chiude la porta a chiave, si gira verso Ela, le due si guardano. Lola, si volta nuovamente verso la porta, guarda attraverso l'occhiello e chiede: "Ela, cosa ne pensi?"
"Ah me, sembra carina..."
"Anche a me, carina e..."
"coccolosa!"

Finalmente, Lola ed Ela si sbottonano in una risata liberatoria.
"Giusto, carina e coccolosa, è perfetta!"


Lola :-)