giovedì 30 dicembre 2010

Che fai?

Il natale e le feste in generale ci regalano l'opportunità di passare del tempo con la famiglia allargata. Nel mio caso si tratta di una famiglia MOLTO allargata. C'era mia sorella con suo marito, i miei genitori, Apemaya l'altra mia sorella, c'erano tutti gli zii, lo zio Ciccio, lo zio Miché e anche lo zio Danié, il quale non parla proprio mai, poi c'erano la zia pugliese e la zia portugueja, la quale parla molto di più, e poi due cuginetti piccoli, Jo e Ricciolina.

Ricciolina ha  tre anni e una lingua che sembra averne il doppio. Il giorno della vigilia ha scannerizzato la sua cuginetta Lola e O'Tactac per capire quale legame umano li legasse. Quando O'Tactac si è avvicinato per abbracciarmi e darmi un'innocente bacio sulla guancia la piccola si è incuriosita. Ci ha guardati dal basso in alto e ha apostrofato O'Tactac:
"Che fai?"
 Noi che non ci eravamo accorti di quel piccolo cervello che si interrogava sul nostro conto, sobbalziamo e una leggera tinta rosea ci colora le guance. O'Tactac cerca di temporeggiare imbarazzato...
"Ho tetto che fai?!"
"L'abbraccio Ricciolina, io abbraccio Lola perché le voglio bene..." La bimba curiosa fissa con quei suoi tondi occhi nocciola quelli verdi di O'Tactac. Si convince che per il momento può bastare, alza le spalle e ricomincia la furia dell'apertura dei regali. O'Tactac invece, dopo alcuni secondi di paralisi cerca di riprendersi dall'interrogatorio.

Il giorno dopo Ricciolina e seguito sono in visita a casa di Lola e qui si svela il motivo di cotanti sospetti:
"Ziao Lolla!"
"Ciao Ricciolina mia."
"Dov'è tuo flatelllo?"
"Ricciolina, io non ho un fratello."
"Sì inveze, O'Tactac!"
"No O'Tactac è il mio ragazzo, ehm... il mio fidanzato..."

L'indagine sui rapporti umani da parte di Ricciolina richiede un grande sforzo ed una viva attenzione. Le ricerche però sembrano svilupparsi con notevole velocità. Oggi mi ha chiesto, di fronte a tutta la famiglia, se: "O'Tactac ti baza im bocca?"

Lola :-)

mercoledì 29 dicembre 2010

Tutto puó succedere nei camerini dell'H&M

Quando sono in libertà vigilata, le Funkfunk fanno shopping, l’attività che le rende le donne piú felici di questo mondo…fossero come le protagoniste di “Sex and the City” comprerebbero tutto l’H&M, il FoxTown e Zara.

L’ultima tappa della loro mattinata, per chiudere in bellezza, è quel grande magazzino a tre lettere “H e M” che ancora adesso non so cosa significhi…

Lola: “Funkfunk, muovetevi, dentro l’H&M, c’è il prof di piano del liceo”
Ela, ad alta voce: “Ma chi? Ma dove? E che prof?”
Francis: “Shhh Ela è proprio qui dietro di noi” --> come potete vedere, non esistono solo le figure "alla Francis"

Le Funkfunk si rifugiano nella loro seconda casa.
Ela, tutta contenta e soddisfatta, ha in mano un sacco di Bata con delle scarpe che le rendono “delle gambe mozzafiato” (cito Lola). Si dirige verso il vestito setato blu metallizzato che ha comprato per il matrimonio della sua amica qualche giorno fa e ce lo mostra.

Francis: “Wow Ela che bello”
Lola: “Ela è una fiCaaaata, ti farà un fisichiiiiiiino”

Mentre si dirigono nei meandri dei camerini, Francis acchiapa un cappello e se lo mette.

Francis: “Sembra il cappello del postino!”
Ela: “Ma ti sta benissimo!”
Lola: “Il mio postino non ha quel cappello lí” (neanche il mio a dir la verità :D)

Nei meandri del camerino…
Mentre Lola e Francis aspettano ore ed ore ed ore, Ela è nel camerino dell’H&M a mettersi il vestito blu (che ha già comprato qualche giorno fa) e le scarpe di Bata per vedere quale effetto puó avere una ragazza come lei sui ragazzi di oggi.
Dopo ooooore ed ore di attesa, Ela finalmente apre la porta del camerino..

Ela: “Mi sento Carrie di Sex and the City
Lola: “Ela, sei un ben di dio!”

Francis si guarda in giro, per paura di essere sentita…

Francis: “Ela sei uno schianto!”

Questo è quello che Ela puó offrire:

-          delle gambe mozzafiato
-          un fisico da paura
-          una camminata da modella
-          un viso sensuale

Le offerte partono da 500CHF, l’asta è aperta. Il miglior offerente, oltre ad Ela, un oggetto raro che si puó trovare solo nella casa delle Funkfunk, si aggiudicherà anche "il cappello da postino".

Francis

martedì 28 dicembre 2010

Giacca evidenziatore e sorriso inconfondibile

Le Funkfunk sono finalmente in Ticino, ognuna a casa propria e con la propria famiglia. Anche se questi concetti, quando si vive altrove, cominciano a perdere i loro contorni netti. Hanno passato il natale con i propri cari, si sono abbuffate come si deve (questo forse vale più nel caso di Francis e Lola, le quali, diciamolo pure, ce l'hanno nel sangue la capacità di riempirsi gli stomachi senza fare una piega), hanno ammirato i loro alberi di natale, hanno goduto del calore festivo dei biscotti appena sfornati e sono sobbalzate mentre scartavano i regali da tempo lasciati sotto l'albero per loro. Si sono fatte gli auguri con un sms e un po' di malinconia per la funkcasa. Ma, come si sa, il Ticino non è poi così grande...

"O'Tactac! Vai piano ti prego! Se non rallenti mi toglierai altri 10 anni di vita! Sono già sulla sessantina, ti prego, ti prego fammi arrivare almeno ai sessanta!"
Ma O'Tactac sembrava più impegnato a farmi morire di crepacuore che ad ascoltare le mie suppliche. Che ci volete fare è così che si diverte. D'un tratto mentre inscenavamo il granpremio di Monza intravedo tre figure che passeggiano ammirando il lago, tutti imbacuccati per resistere al gelo di questi giorni.
"Fermaaaaaaaaa!! C'è Ela! Ela! Ela!"
"Come Ela?" L'incredulo O'Tactac continua a guidare.
"È Ela sono sicura! Fermatiiii!!"
"Guarda che non può essere Ela. Quella ragazza ha una giacca giallo evidenziatore e un cappello di lana marrone gigante..."
"Embeh, non può essere che una persona in vacanza si rilassi un po', ah queste convenzioni sociali. Fammi scendere..."
"Ti prego, puoi non farmi fare figure?"
"Ma certo O'Tactac, quando mai ti ho dato motivo di dubitarne?" Sorrido e gli faccio l'occhiolino, scendo e comincio a gridare a squarciagola: "Elaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Elaaaaaaaaaaa!"
I gabbiani, anzi no non c'erano i gabbiani, le papere si allontanano infastidite dalle grida ed i passanti guardano prima me e poi colei che avrebbe dovuto accogliere i miei richiami. Ma niente Ela camminava, tutta contenta con i suoi e non mi sentiva.
"Dai Lola, non ti sente basta adesso..."
"Uomo di poca fede, Elaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!"
Beh dopo questo urlo di richiamo che neanche Tarzan, Ela si volta, mi riconosce in lontananza ed entrambe cominciamo a correrci incontro. Ci abbracciamo, ci diamo gli auguri di persona e ci stupiamo di esserci incontrate. Ci riabbracciamo e io torno dal mio guidatore impazzito e lei torna alle sue passeggiate serene.

"Che figure Lola, ma dovevi per forza gridare come una matta?"
"Beh sì, tu le tue guide pazze e io le mie figure pazze."
"Ma come hai fatto a riconoscerla? Dalla giacca giallo canarino?"
"No, dal sorriso, caro O'Tactac, dal sorriso mentadent di Ela."


Lola :-)
Un sorriso mentadent a tutti!

venerdì 24 dicembre 2010

Ela's infinte Christmas list

“Auguri, Signora!”, “Buon natale a lei”, “Auguri e buone feste”.
Quante volte abbiamo sentito queste frasi? Ma che cosa significano veramente? Che cosa si augura davvero, quando si dice “Buon Natale”? Ecco il mio elenco di auguri, il mio “Buon Natale” a tutti voi per esteso.:)

Vi auguro un Natale pieno di dolcetti e risate,
vi auguro delle giornate da stare in pigiama e in pantofole tutto il giorno.
vi auguro di mangiare tanti biscotti da avere mal di pancia, guardando vecchi film di natale che avete già visto troppe volte, eppure, ammettetelo, siete ancora affascinati da Kevin che riesce a fregare i due ladri di Mamma ho perso l’aereo.
Vi auguro, questa sera, di cantare canzoni di Natale davanti all’albero e visto che oramai le abbiamo tutte strasentite da farci venire la nausea, quest'anno improvvisate una versione reggae di Bianco Natal.
Vi auguro di giocare con le figure del presepe con il vostro cuginetto di quattro anni, inventandovi una storia assurda per spiegare perché alla pecora manca una gamba.
 Vi auguro di riuscire a mangiare l’ultimo cioccolatino del calendario d’avvento.
Vi auguro di fare una passeggiata nella neve di notte, per sentire il silenzio rumoroso che solo la neve fa quando cade.
Vi auguro di riuscire a fare un angelo nella neve, e di riuscire a  rialzarvi senza rovinarlo;) (meglio essere in due..)
Vi auguro di ricevere un regalo talmente assurdo e ridicolo (dai.. ce n’è sempre uno), che iniziate a scimmiottare in giro brandendo il regalo come se aveste vinto un trofeo.
Vi auguro di vedere gli occhi di un bambino che apre un regalo e vedere che siete riusciti davvero a fargli una sorpresa.
Vi auguro di riuscire a vedere la stessa luce negli occhi di un adulto.
Vi auguro di chiedervi perché nella scatola delle formine per biscotti che avete comprato c’è anche una lumaca. Che cosa c’entra una lumaca con il natale? L'alce ancora capisco, e anche lo scoiattolo mi va bene, ma la lumaca?
Vi auguro di svegliarvi al mattino presto e trovare qualcuno che sta preparando i biscotti, è il profumo che vi ha svegliato.

Vi auguro tutte queste cose. Ecco cosa significa il mio “Buon Natale”
A presto, ElaJ


giovedì 23 dicembre 2010

Il bello del Natale

Sembra che a Natale tutti diventino piú buoni, che sia una magia?

Oggi ho assistito all’ultima lezione di inglese, finalmente “vacanzaaaa”. Peró è successo qualcosa di strano, di magico. L’aula non era piú l’aula di inglese, era l’aula della magia natalizia.

Candeline accese, cioccolatini sui banchi, piatti assortiti di biscotti immacolati, succo d’arancia e caffè, mandarini…

Francis: “Non è possibile, sto ancora sognando!”

La nostra cara soressa, anche lei immacolata come i biscottini che ha preparato per noi, ha organizzatto tutto questo per noi! Le mancava solo la barba, ed era fatto!

Non potete immaginare la gioia che provavo, dopo due settimane di stress e di dipendenza dai fogli. Quando la nostra folletta ha spento le luci poi, tutto è diventato ancora piú magico e fabuloso.

“Ooohh”

“What a romantic atmosphere!”

“Wow, that’s great!”

(le vocine dei miei compagni) 

Fossero tutti come lei

 

BUON NATALE A TUTTI!!

Francis

Il ritorno e qualche mannaggia!

Tutta imbacuccata, piena di valige e borse, per l'esattezza quattro, cerco di trascinarmi al binario per prendere il treno verso la tanto desiderata casa ticinese.

"Na... Antò, qual'è stu trenu?"
"Chissu..."
"No chissu no... Mannaggia mo' c'amma fa?"

Vedo, anzi non vedo ma sono costretta a guardare perché troppo eccentrici, una coppia di signori sulla sessantina. Lei vestita con un poncho color fucsia, lui molto sobrio con la classica coppola in testa. Capisco che sono in difficoltà e mi avvicino, seppur con fatica, le braccia infervorate di dolore causato dai miei dolci bagagli.

"Signora posso aiutarla, dove deve andare?"
La donna imbrindellata di giacca e accessori rigorosamente fucsia rimane sorpresa non so se dal mio interesse o dal fatto che parlassi italiano. Ha due orecchini di perle che le allungano i lobi, talmente grandi da sembrare due bianchi mandarini luccicanti.

"A Millannno, mannaggia!"
"Bene signora, allora deve sicuramente prendere questo treno, il cisalpino italiano purtroppo è rotto. Questo è il treno sostitutivo. Guardi adesso chiedo al controllore."

Mi rivolgo al controllore e gli chiedo in tedesco quale sia il treno diretto a Milano. Lui mi risponde in italiano con accento veneziano...  Sia io che la signora ce ne sorprendiamo. Il controllore ci spiega che bisogna prendere proprio quel treno e poi cambiare a Chiasso. La signora infucsiata però non ne vuole sapere:

"Nooooo, io non vogl' cambià u trenu!"
"Signora purtroppo, l'altro treno è rotto..."
"No, e mo' i posti reservati? Mannaggia!"
"Purtroppo non ci sono più, ma non si preoccupi troverà sicuramente posto e a Chiasso sarà facilissimo cambiare treno."
"Senta giovine," la signora con i mandarini di perle si rivolge ancora al controllore veneziano "ma se agg' cambià a Chiass' è megl' ca salgo davanti o dietro u trenu?"

Ebbene dopo avere discusso animatamente su quale fosse il vagone più strategico, più confortevole, più tranquillo, più sicuro i signori si decidono a salire sul "trenu". Con le valige addosso cominciano a camminare verso la porta del vagone, ad un tratto però la signora infucsiata e mandarinata di perle si blocca e si gira verso di me:
"Signorì ma lei che non sale?"
"No, signora io vado a Lugano."
"Ah lei abbbita a Lugano, mannaggia..."
"Sì vado a casa per il natale, sà per festeggiare"
"E allora buon natale, buon natale signorì!"

"Buon natale!" cara signora tutta fucsia e perle, piacere di averla conosciuta.

Mi carico dei miei bagagli da carovana e cerco goffamente di salire sul treno. Ma mentre faccio quell'enorme sforzo mi sfugge di bocca un'imprecazione insolita, mi scappa un "mannaggia!"
Sorrido e mi sistemo nel vagone.

Lola :-)

lunedì 20 dicembre 2010

Neve, neve e poi neve

Ela, Francis e Lola stanno con la faccia schiacciata contro la finestra, i loro respiri formano tre cerchiolini di vetro appannato. Guardano i fiocchi di neve scendere grossi come patate e ammirano il luccichio del manto nevoso nella notte illuminato dai lampioni.

"Ragazze la sapete la storia del paese sepolto dalla neve? Me la raccontavano sempre da bambina!" Ela, animata dal suo ricordo d'infanzia, comincia a raccontarcelo. Francis e Lola decidono di farsi coccolare dalle sue parole. Distrutte come sono, si spaparapanzano sul letto e si appoggiano l'una all'altra.

"Allora, c'era una volta un paese tanto tanto lontano pieno di bambini felici. Un giorno cominciò a nevicare. Scendevano giù fiocchi di neve grandissimi, tanto grandi che ricoprivano tutto il palmo di una mano. Nevicava e non smetteva né di giorno né di notte. Nevicava sulle colline, sulle pianure e sui fiumi, non trascurava nessun angolo della terra. Nevicava senza tregua e tutto diventava bianco. La neve fu talmente tanta che ricoprì i tetti rossi delle case e anche il campanile della chiesa del paese. D'un tratto quel vortice di fiocchi si pacò. Piano piano un sole caldo fece sciogliere quei cumuli di neve che avevano sormontato la città. Ma la neve nello sciogliersi aveva portato via con sé anche i colori delle case e delle strade. Niente più tetti color mattone o porte e cancelli blu cobalto. I bambini del paese allora si riunirono, s'infilarono gli stivali e si equipaggiarono di tinte e pennelli. Volevano indietro i loro colori. Pitturarono tutta la città di verde, giallo, blu, violetto e arancio. Colorarono le porte a strisce, i vasi a pois e i fiori sulle pareti. In quel paese tanto tanto lontano tutto riprese a vivere e a rivivere, non più ricoperto di bianco ma di tinte variopinte."

Lola guarda Ela estasiata dal racconto: "Oh bello, bellissimo! Dolcissimo Ela! Vero Francis?"
"..."
"Francis?!"



Lola :-)

domenica 19 dicembre 2010

Nuotare con Babbo Natale

Premetto che questo sará il post piú corto che le Funkfunk abbiano mai scritto. è che si ha da studiare :(

Ieri, dopo una giornata di studio e stress, Ela e Francis decidono di andare a nuotare.
Ela, ormai trasformata in un'atleta a livello agonistico, aveva ormai doppiato Francis per la seconda volta. Ma Francis, colta da una forza piú grande di lei, non ha resistito, è ha dovuto a tutti i costi fermare la sua compagna.

"Elaaaa, senti questa musica? é Babbo Natale!!"

http://www.youtube.com/watch?v=jrIsY3MBd0w

Lí, ho scoperto che la musica del Babbo è piú energizzante di una Red Bull!!


Appello

A tutti coloro che sono sotto esami (Tiff compresa :P), non bevete Red Bull, fa male al pancino! Ascoltate la musica del Babbo, che oltre a darvi la carica, vi rende felici!

It's Christmas time!!

Francis

venerdì 17 dicembre 2010

L'essenziale in breve

È tempo di esami in casa delle Funkfunk, ma è anche tempo di feste. Infatti, bisogna assolutamente fare una cena di Natale come si deve per festeggiare l’imminente avvenimento. La serata si organizza già con una settimana di anticipo perché bisogna includere questo importante impegno nella propria agenda. Ecco che allora troviamo la settimana scorsa due post-it sul tavolo della cucina scritti dalla penna veloce di Lola:
-Cena venerdì settimana prossima: cosa mangiamo? (scegliere prego): pizza, fondue chinoise, raclette, fondue al formaggio, panzerotti. –
L’essenziale naturalmente è il pasto. Ci troviamo tutte d’accordo molto in fretta: i panzerotti. Ma c’è lo stesso ancora un quesito che turba la mente di Franz: “con o senza prosciutto?” … Lola, in uno spirito nazionalista pugliese la fulmina con lo sguardo per un secondo, ma poi tornano i suoi occhi dolcissimi e dice “vabbé li facciamo con e senza” (N.B. i panzerotti in Puglia si fanno assolutamentissimamente senza prosciutto, mentre in Calabria, regione cara a Franz, si fanno certamente con…).
Iniziano dunque i preparativi per questo evento Funklandese e quindi è essenziale avere anche le decorazioni natalizie. Franz e Lola, due genie della creatività, tagliano un sacchetto di cartone del supermercato che rappresenta degli angioletti e lo appendono in cucina (…?) che poi viene inebriata dalle candele profumate alla vaniglia trovate in fondo ad un armadio in corridoio, mentre Franz si occupa dei centrotavola: prende un arancia, un pompelmo, un mango e un lime e ci disegna sopra le nostre facce con una penna biro.
Dopo un aperitivo crodino&chips ci mettiamo dunque all’opera. Fare i panzerotti è un’operazione lunga e difficile e solo pochi osano quest’impresa. Ma noi siamo in quattro e subito ci organizziamo in un’improvvisata catena di montaggio caratteristica dei tempi moderni: Lola fa le palline di pasta, Franz le stende con il mattarello, Tiff e Ela si occupano di farcirle facendo attenzione a mettere o non mettere il prosciutto in panzerotti di ugual numero. “L’essenziale è che i bordi non siano bagnati di sugo” ci rivela la nostra esperta Lola che osserva vigile sopra le nostre spalle i lavori in corso.
Dopo la scorpacciata dei non pochi panzerotti ci aspetta ancora il dessert. Visto che non volevamo proprio lasciar perdere l’idea di mangiare una fondue natalizia, optiamo per la fonduta al cioccolato. Ela si dice esperta in materia: “l’essenziale è di mettere la cioccolata e il latte insieme così che hanno la stessa temperatura”. Nonostante i suoi sforzi, produce una massa ineguale di cioccolata fusa che assomiglia più a altro che a una fonduta, ma prontamente Lola riesce a salvarla.
Così, tra un ananas supercioccolatoso e una mela ricoperta di fonduta ci chiediamo come sarebbe mangiare una Nutella al cioccolato fondente, ricordiamo vecchi episodi di noi quattro da liceali, vecchi professori, antichi compagni, ci immaginiamo il prossimo natale, quando magari già non vivremo più insieme e cerchiamo anche di ricordarci come era la storia di Bianca & Bernie nella terra dei canguri…
…L’essenziale? –Noi-.
ElaJ

mercoledì 15 dicembre 2010

Il tempo è arrivato

A tutti i fedeli lettori di Funklandia,

Le Funkfunk16 comunicano con rammarico e piena sofferenza che è arrivato il tempo dell'agitazione, della sonnolenza per strada, delle notti con gli occhi appiccicati su teorie e vocaboli, dei post purtroppo corti e sporadici... è arrivato il periodo degli ESAMI!

La Funkcasa è ridotta ad un accampamento e le Funkfunk non sono di meglio:
-Ela si è ammalata, allora s'incappuccia con l'asciugapiatti e fa le inalazioni all'eucalipto nell'insalatiera in cucina. Per il resto del tempo cammina per casa tutta pallida e con un viso che urla pietà ad ogni piega espressiva.
-Tiff è rintanata in camera ed esce solo per soddisfare i bisogni primari, naturalmente bagno e cucina quali uniche destinazioni.
-Francis si è data alla musica classica, perché "dai, sta musica mi rilassa!". Oltre alla musica classica, un ulteriore cartuccia per uscire indenne dallo stress da esami è l'assunzione regolare di toast alla nutella. Dice che funziona...
-Lola alterna momenti di "Sì ce la faccio" a "No, ma perché a me, perché l'antropologia medica costruttivista  a me? Perché?!". In quest'ultimo caso, cade in uno sconfortante stato di trans, le altre Funkfunk l' acchiappano al volo, la scuotono e lei si riprende con un "Sì ce la faccio... ce la faccio".

Ce la faremo?

Le Funkfunk16

P.S. Auguri a tutti gli studenti per i prossimi esami!

martedì 14 dicembre 2010

Apemaya, la studente Sherlock Holmes

Io studio storia ed etnologia, mia sorella, Apemaya, studia infermieristica. Io non capisco nulla delle malattie e delle cure migliori da consigliare, mia sorella è un'esperta. Io non comprerei mai dei libri sull'autodiagnosi, mia sorella ne ha riempito gli scaffali. Quindi Io e Apemaya:

"Apemaya, sorellina, hai visto cosa mi è spuntato fuori sui gomiti? Sembra un eczema, anzi no due mandarini infuocati." Apemaya allora, comincia ad analizzarmi i gomiti con espressione seria identica a quella di Dr. House quando scruta i suoi pazienti. Dopo qualche secondo di osservazione comincia ad annuire ad intermittenza.
"Ma che cos'è Ape?"
"Mmmh--- Eh--- Mmmh..." I suoi occhi si muovono in una smorfia di cruccio e io comincio ad agitarmi.
"Ce l'hai anche sulle ginocchia?"
"No... no no."
"Mmmh--- Eh--- Mmmh..."
"Ape ma è grave?!!"
Attende un attimo la mia Sherlock Holmes della medicina e poi confessa il nome del criminale:
"Psoriasi."
"Pso che?!!"
"Psoriasi." Ma è una parolaccia, è una figura retorica tipo la parte per il tutto, è un tipo di pianta carnivora? Che cos'è!!
Cerco di trattenera la mia reazione da pivellina della medicina e: "Non sembra una cosa bella... ma da cosa è causato?"
"Stress."
"Stress?!"
"Sì stress." Ape Sherlock Holmes annuisce con decisione. Non mi è più possibile sindacare o chiedere chiarimenti. Ape Sherlock Holmes ha svolto le sue indagini con cura e dedizione.
"Ah, va bene."

Apemaya ha dimostrato la freddezza che si richiede a chi svolge il suo lavoro con professionalità, io me la sono fatta addosso. Apemaya ha risolto il caso, io non ho ancora capito chi è l'assassino. Apemaya si allontana soddisfatta, io rimango lì ad osservare il luogo del reato, i miei gomiti.

Ma come si chiamava? Suonava malissimo... Pso.. psoqualcosa...

Lola :-)

domenica 12 dicembre 2010

Le Funkfunk tra 10 anni

Francis: “Ieri stavo pensando come saremo tra 10 anni.” Ela scoppia a ridere, Lola mi guarda stupita.

“Beh si, avremo una famiglia e poi, ogni tanto, c’incontreremo come fanno in Desperate Housewives, non a giocare a poker, ma a mangiare i panzerotti, quel gran capolavoro di Lola! E poi Ela ci canterà come sempre le sue canzoni magiche…”

Ela si butta a terra con la sua chitarra, la sua compagna inseparabile…

Francis: “Beh si, sempre che Ela non muoia prima dal ridere.”


E pensare che 8 anni fa ebbe inizio la nostra conoscenza. Iniziava il Liceo, eravamo tutte impaurite, disorientate, ancora in cerca di un ideale da seguire, supercontente un giorno ed enormemente frustrate quello dopo…

Adesso invece, beh, la frustrazione è rimasta, la contentezza pure, peró siamo diventate ‘de coccio’, come dice Lola, combattiamo per il nostro ideale….

E fra 10 anni, come saremo?


Ecco un elenco delle cose che speriamo di perdere per strada prima dei 30 anni:

-          lampadario della Regina Vittoria, che abbiamo nel corridoio della Funkcasa
-          gli animaletti, amici di Ela (morti)
-          la fissa di mangiare la pizza almeno una volta alla settimana e una volta al giorno toast caldo alla nutella
-          la paura di esprimersi in funklandese e di confrontarsi con i funklandesi
-          il portafoglio vuoto
-          un pavimento che scricchiola ad ogni passo che fai
-          il non essere all’altezza delle idee apparentemente geniali dei tuoi colleghi
-          l’insicurezza per quanto riguarda il nostro futuro lavorativo
- etc. etc. etc


Buona domenica a tutti!!! FrAnCiS

sabato 11 dicembre 2010

"Frau Lola" e la schizzofrenia

Avete mai desiderato poter dire ciò che pensate senza prima fare filtrare ogni pensiero dal buon senso e dalla buona educazione? Lola ci ha pensato sì. Solo che non appena accenna qualche parola impulsiva, poi se ne pente amaramente. Quindi, la nostra cara Lola, ha imparato ad applicare nei casi estremi uno sdoppiamento schizzofrenico. Sì lo conoscete anche voi. È quando la vostra mente formula delle frasi impronunciabili e indecorose e la vostra bocca le trasforma in dolci espressioni.

"Frau Lola, habe gerade ihre Rezension korrigiert." La professoressa di Storiografia della sessualità mi annuncia che ha corretto la mia recensione sui concetti di nazione e famiglia nella rivoluzione francese. Sorrido e attendo una valutazione.
"Mmmh, na ja, da sind meine Korrekturen. Die Sprache, Frau Lola ist ein Problem, ja." Guardo la mia recensione che Lei mi ha piazzato davanti agli occhi. È un disastro, è martoriata di segni, è smembrata e sconquassata da punti di domanda, è umiliata. La professoressa di Storiografia della sessualità decreta che la lingua è un problema e mi chiede se ho mai scritto in tedesco.

Mai scritto in tedesco? Cara Professoressa di arte erotica, sono in Funklandia da ben tre anni, ho scritto lavori fino a vomitarli. Sì v-o-m-i-t-a-r-l-i! Ho fatto correggere questa recensione a pagamento da una persona di madre lingua tedesca, cara la mia professoressa femminista, transsessualista e maschilista. Ci ho messo ore per scriverla, ore immobile dietro ad un pc stanco! E poi come mai, la mia cara Professoressa di pratiche Bungabunga, è l'unica che mi fa penare l'anima?! È una pignola, cara la mia Professoressa, una pignola senz'anima. Ha un cuore però, ed è fatto di teorie vuote e senza sostanza!

"Beh, sì ho scritto in tedesco diverse volte. Alcune volte però mi è stata data la possibilità di scrivere in italiano. Ma mi scusi, Frau M., la mia recensione è incomprensibile?"

La Professoressa delle sessualità labili scoppia in una forte risata alla mia domanda e risponde "Beh, quello che ho capito andava bene."

È una pignola dedita al nozionismo spicciolo! Provi a guardare più in là di quel suo snobbismo da intellettuale e quei pregiudizi da donna già arrivata! È una pignola! Una che guarda la forma ma ha perso il contenuto per strada! Io se fosse in lei, un po' mi vergognerei. Sì, mi vergognerei di fare penare ogni ragazzo di questo corso. Guardi quello con gli occhiali e i capelli a zig-zag, ha paura di finire tra le sue grinfie! E la ragazza in fondo? Poveretta, teme che lei le legga in faccia che non ha capito un'acca della sessualità costruita socialmente. Guardi! Io sono solo l'ultima delle sue vittime!

"Ah, mi dispiace molto che non sia stato comprensibile. Mi dispiace anche perché l'ho fatto correggere e mi sembrava fosse chiaro e lineare. La ringrazio Frau M., vedrò di correggere e le consegnerò tutto il lavoro finito. Grazie mille, auf Wiedersehen."

"Ja auf Wiedersehen, Frau Lola, bis bald."

Non mi chiami Frau Lola, non lo sopporto e a presto un tubo!

"Ja bis bald Frau M., auf Wiedersehen"


Lola :-)

giovedì 9 dicembre 2010

Il monologo interiore di Bonnie

Sottotitolo: Pensieri invece di appunti: uno scorcio nella mente di Ela (!)
Premessa: Giovedì sera, tempo di cinema latinoamericano. Franz & Ela, come Bonnie & Clyde, si avventurano nel cinema con la voglia che è pari ai gradi centigradi fuori … sotto zero. Tra uno sparo e l’altro del film brasiliano, Ela lascia liberi i suoi pensieri:

Franz non sta ascoltando. Studia per un’altra materia. È una buona idea. Nemmeno io ascolto. Nemmeno studio. Questa, abbiamo deciso, è l’ultima volta che veniamo. Non ne possiamo più di arte cinematografica sudamericana. La maggior parte delle persone non sta ascoltando, pochissimi prendono appunti. Ho voglia di cantare una canzone. Quando torno a casa la prima cosa che faccio è prendere in mano la chitarra e cantare una canzone. Non tolgo neanche le scarpe. Ogni tanto la mia chitarra proprio mi manca. Soprattutto quando vado in vacanza. Non riesco a togliermi dalla testa il ragazzo che questa mattina in classe si è portato un’intera retina di mandarini. Ne mangiava uno dopo l’altro. Ma come ha fatto a mangiarsi 2 chili di mandarini? È buio. C’è odore di banana. Stiamo guardando un pezzo di film brutale. La mia vicina, non Franz, mangia la banana. Ma io ho voglia di un mandarino;). Una ragazza ha colto l’occasione per andarsene. Perché non è venuto in mente anche a me? Devo convincere Franz a fare la stessa cosa. (Conoscendola non sarà difficile). Che noia. Ho voglia di un mandarino. Dopo dobbiamo andare a fare la spesa. Non abbiamo più carta igienica. È gravissimo se in un appartamento manca la carta igienica. Ognuno da la colpa all’altra. È proprio una cosa essenziale. Che mondo sarebbe senza carta igienica? La prossima volta che diventa buio e guardiamo un pezzo di film ce la filiamo. Come Bonnie & Clyde. Franz si è risvegliata dal suo pseudo-studio e mi ha chiesto se sto scrivendo un romanzo. No. Però forse anche i famosi flussi di coscienza che ha scritto Virginia Woolf sono nati così, dalla noia. La noia dovrebbe essere sempre trasformata in energia positiva. Che ore sono? È già passata mezz’ora? Quando mi annoio a scuola penso che una lezione è lunga un’ora e quarantacinque minuti. Cioè tre mezz’ore. Vado a tappe. Adesso ho controllato. È passata solo la prima mezz’ora…
Franz guarda l’orologio anche lei: “Solo 30 minuti… noooooooo”.
Poco dopo diventa buio di nuovo. Bonnie  & Clyde se la svignano J Ela

mercoledì 8 dicembre 2010

Oggi cucino io!

"Oggi cucino io, ragazze belle!"
Ela entra in casa con una busta di cartone pesantissima e gli occhiali appannati dal freddo-caldo repentino. Io la guardo e comincio a temere il contenuto di quella busta. Quel sorriso a denti stretti poi, da pubblicità della mentadent, un po' m'insospettisce...
"Ah, bello... e posso chiederle cosa si mangia, notre chef de cuisine?"
"È una sorpresa!"
Ah mo' stiamo a posto! L'ultima volta che ci ha fatto una sorpresa, ha cucinato il riso con gli amaretti e la volta prima la pasta nella pentola a pressione. Il riso era d'alta classe, ma la pasta... Dato che non riesco proprio a frenare la curiosità, seguo Ela in cucina e la guardo mentre svuota il sacco misterioso.
"Non riesci proprio a fidarti eh?" e ancora quel sorriso da mentadent.
"No, no, è pura curiosità..." la prendo in giro e osservo attentamente:

Zucchine, Melanzane, Peperoni...

"Mmm un ratatouille?!" sparo e parto col gioco dell'indovinello.
"Noooo..." sorriso mentadent.

Riso, curry...

"Riso al curry! Sì sì, riso al curry!"
"Noooo..." un altro maledetto sorriso alla mentadent.

Banane, latte di cocco...

Ebbene dopo le Banane, la faccia mi si trasforma in un grande punto interrogativo ed Ela, contenta di avermi fatto penare abbastanza: "Cena orientale: banane fritte, verdure al curry e riso bagnato al latte di cocco!"

"Ciao chicas, che si mangia sta sera?" Francis entra in cucina.
"Cucina lei..."
"Ah."
"Oh che noiose... sarà buonissimo vedrete!" E prima di chiudersi la porta alle spalle ci regala un'altra volta quel sorriso da pubblicità.

"Sai cos'è, quell'espressione lì... È quella che mi preoccupa." Si confida Francis.
"Ah chi lo dici! Io lo chiamo il sorriso mentadent..."

Lola :-)

p.s. Poi la cena era squisita. Merci Ela!

lunedì 6 dicembre 2010

Stupide superstizioni e stupidi sogni

Questa mattina mi alzo euforica e felice. Questa notte ho dormito fantasticamente. Questo giorno è tutto mio, la recensione per storiografia dei sessi è scritta, non ho lezione perché la professoressa è a letto con la febbre (mi dispiace per lei, ma non per me). Questa cucina profuma di una colazione con pane tostato e marmellata. Questa...

"Ciao Lo!"
Francis mi distrae dal mio Laudato sii e io la saluto con un dolce viso fresco fresco di felice rugiada.
"Non sai Lola!"
Spalmo il burro sul pane tostato e ammiro il suo scogliersi lentamente, questa sì che è una delle gioie della vita! Ancora in estasi faccio segno a Francis di spiegarmi.
"Ho fatto un incubo Lola... Cavolo... Ho sognato che tu e O'Tactac litigavate e lui ti lasciava..."
Mi giro, la fisso terrorizzata. Lei sa che io i sogni non riesco a prenderli alla leggera, mi ci fisso come una bambina, perdo qualsiasi processo di razionalizzazione, li indago e li maledico. Ma sembra dimenticarsene perché continua.
"Sì, ho sognato che litigavate e lui se ne andava con quella..."
"Quella chi?!"
"Beh quella del sogno no?"
"E chi è?!"
"E che ne so!"
"..."
"Ma sai Lola, se i sogni li racconti, poi non si avverano!"

Questo toast è duro. Questo burro è freddo. Questa marmellata mi ha stufato. Questo caffé non è italiano. Questa giornata è grigia. Questo tavolo è sporco. Quest'oggi dovrò strafogarmi di testi da leggere. Questo...

Ela entra in cucina mentre io ancora sono incollata al tavolo.
"Senti Ela, ma secondo te i sogni se li racconti poi non si avverano?"
"Eh?!"

Lola :-)

venerdì 3 dicembre 2010

Vino rosso corposo e profumato

Giornata dura, estenuante, disarmante. Lola abbandona la biblioteca dopo 8 ore di studio e si dirige verso casa con i concetti rivoluzionari francesi che ancora le passeggiano in testa. È già buio e deve stare attenta a non slittare sulla neve ghiacciata di Funklandia. La vede da lontano, una piccola cameretta al terzo piano, illuminata da una luce calda velata da tende color arancio. Alla finestra la saluta Ela. Entrambe sventolano goffamente la mano e intrattengono il vicinato con una breve parodia di Romeo e Giulietta. Lola entra in casa, ed è felice di chiudere il freddo, la gente e le parole vuote fuori dalla porta. Pensa che anche questo fa parte della vita di uno studente. Con Ela decidono cosa cucinare, "du belle linguine a li funghi" sentenzia Lola. Prima però stuzzicano un po' qui e un po' là, danno così il via ad un aperitivo improvvisato, purtroppo senza neanche un bicchiere di vino. "Ma c'è questa però!" Ela tira fuori una bottiglia di Coca Cola. Lola fruga nell'armadio della cucina e tira fuori, come per incanto, due bicchieri a calice.

Stanno lì come delle donne già fatte e finite, a bere Coca Cola come se fosse vino rosso. Ne apprezzano il buon bouquet di profumi e la corposa consistenza, mentre pensano che anche questo fa parte della vita di uno studente.

Lola :-)

mercoledì 1 dicembre 2010

Aggiungi un posto a letto

12.46
"Lola, senti, sta sera arriva mio fratello e pensavo di farlo dormire nel mio letto. Posso venire a dormire con te?"
"Ma certo, non per niente ho un letto a due piazze. Solo preparati, è duro come il cemento!"

23.03
"Francis io vado a dormire, sono morta. Tu vieni quando vuoi."
"No vengo ora perché sono morta anch'io."

23.07
"Ma lo sai che Nina si è fidanzata?"
"Sì ho visto su facebook..."

23.11
"Domani ho messo la sveglia alle 6.30, spero di non svegliarti..."
"No problem, io l'ho messa alle 8.00"

23.15
"Ah ho dovuto girare il piumone, così ci stiamo tutte e due in larghezza. Solo che i piedi sotto non ci stanno e sbucano fuori... Fa niente?"
"No problem."

23.16
"Cacchio però ho freddo ai piedi..."
"Mi dispiace!"

23.20
"Vado a mettermi i calzini..."
"Ma come Francis dormi con i calzini?!"

1.05
Dopo una lunga trafila per infilarsi a letto, capire quale fosse il verso della coperta, ricoprire i piedi di babbucce calde, darsi la buona notte 20 volte, evitare di respirare pesantemente, sentire il coinquilino dell'appartamento accanto che cammina in giro, obbligarsi a non prendersi troppa coperta per sé che poi l'altra gela, vietare ai muscoli di sentirsi intorpiditi perché tanto si ha fatto un voto all'immobilità, dopo tutto questo Francis e Lola prendono sonno sfinite come se avessero combattuto una battaglia.

L'indomani si chiedono l'un l'altra come hanno dormito. Entrambe rispondono che hanno dormito bene, anche se quelle occhiaie paffutelle ai bordi degli occhi stanno lì sfacciate a non mentire.

"Ho sognato che c'era il terremoto..."
"Ah, mo' pure il terremoto!"

Lola :-)