mercoledì 6 febbraio 2013

Francis travestita da supplente di francese..


L’ultima volta che ho parlato francese sarà stata la terza media, il che vuol dire undici anni fa.

Bonjour, au revoir, je m’apelle.., je suis.., la rue, le prosciuttó, la melle (questa non è mia J).. bé si, qualche parola me la ricordo ancora dai.

Sta di fatto che io il francese lo capiscó, lo leggó, mais non lo paRrrló e i vocaboli.. e i numeri... e tutte quelle contrazioni... chi se le ricorda più?!

“Soressa come si scrive 85?” 

“(85? Non so neanche come si dice) Devi chiedere alla tua docente. Aspetta, qualcuno puó venire alla lavagna a scrivere 85? (Fff sono salva)”

“Ok ragazzi, ripassiamo l’unità 6. Aprite a pagina 19 del libro. Ognuno di voi legge una frase.” 

“Ma di solito la soressa legge le frasi e poi noi le ripetiamo.” 

“(Merda! La mia pronuncia è pessima) Ma no dai fa niente. Provate a leggere voi, anche se fate errori non fa niente, è per esercitarsi. (fff salva un’altra volta)”

Questa è la 1D. Una classe di miti, visto che anche io sono stata in 1D. E ovviamente, una classe con allievi speciali, visto che anche io ero e sono speciale (J). Tanto speciali, che UNO tra loro è riuscito a distinguersi dagli altri. Un allievo silenzioso, timido e spaventato… talmente timido, che quando gli ho detto di fare l’esercizio in gruppo con due suoi compagni, è rimasto impietrito e mi ha guardata spaventato. Gli ho ripetuto la frase, ma nessuna reazione. Ho chiesto al suo compagno se parlasse italiano: “Sí, ma..”, ma non ha finito la frase. Mi sono avvicinata a lui e, per fortuna, non è morto di paura, ma ha addirittura formulato una frase. Missione compiuta!

Alla fine della lezione “Arrivederci soressa” e “Arrivederci” volavano nell’aria. Ma lui, il ragazzetto timido e spaventato, dai capelli ricci biondi e gli occhi azzurri, alto un metro e una banana, sí, LUI, bello come un angelo, è venuto alla cattedra, mi ha guardata dal basso all’alto, e con tutto il coraggio e la forza che si ritrovava, ha pronunciato un amabilissimo “Au RrrevoiRrRr!” ed io, dall’alto in basso, con gli occhi a cuoricino, ho risposto un sorridente “Arrivederci. (Scusa sono già impegnata)”

P.S. Questo è un tentativo di far riaprire i battenti del blog. Perché in casa Funkfunk ci sono novità, aneddoti nuovi e tanta pazzia! Forza Lola ed Ela!




venerdì 11 maggio 2012

Le Funkfunk neo-poete!


Ciao a tutti!

Dopo una lunga assenza, le Funkfunk riappaiono per pubblicare l'inedito ti Francis, neo-poeta che ha accettato di perdere la faccia davanti a tutti Voi, lettori, anche se virtualmente.

Queste sono le sue rime, nate in un momento di pazzia, scritte su carta in un momento di allegria...


Questa è la storia di tre ragazze,
tutte pazze,
con la frangia e con il ciuffo,                                             
con il trucco, ma senza parrucco.
Tre ragazze pazze,
compagne di banco al liceo,                                                          
compagne di casa all’università,
compagne di viaggio nella vita.
Ragazze di avventura,
con la mente sempre all’Honduras,
ragazze di disavventura,
con l’estintore legato alla cintura.
Ragazze… pazze per il pettegolezzo,
ragazze… con il pelo nell’orecchio.
Piccole donne alla ricerca di un’identità,
piccole donne che…
la vita chissà cosa gli riserberà!


N.B Questa è la prova certa di come lo stress pre-esami possa influire negativamente sulle attività cerebrali delle Funkfunk, soprattutto di Francis! 

Piccola parentesi: in questo momento Ela è in camera da sola, urla, combatte contro un'ape. "Dei stupidi esserini retrocessi", così definisce Ela i suoi nemici... e Francis se la ride.

Buona giornata di sole a tutti!
Francis

sabato 18 febbraio 2012

Ma dov'è finita?!

Ehi tu! Dove ti sei nascosta? Mmmh cerchiamo un po' nella funkcasa, da qualche parte dovrà pur essere. In camera sua? No... Mamma che disordine. Sotto il letto? Nemmeno... E che polvere. Forse si nasconde nell'armadio, nel bagno, in cucina. Ma niente, niente e niente. Uffa Lola dove sei finita?!

Cari lettori, mentre Ela cercava di sopravvivere tra una nuova consegna di quadri e i capricci del suo ex capo alla galleria, mentre Francis viaggiava dall'altra parte del mondo e poi tornava a fare la supplente in una classe di scapestrati, Lola ha iniziato il suo nuovo lavoro. Sì, sul serio! Ve la ricordate alla ricerca pazza e triste di un posto di lavoro che le desse un po' di soddisfazione? Ebbene l'ha trovato! È una stagista e si occupa di traduzioni.

"Ciao O'Tactac."
"Ciao Lola! Allora com'è andata la prima settimana?"
"Bene, molto bene..."
"Sono contento, ma cos'è quella vocina?"
"Sono un po' stanca, fare la pendolare da Funklandia a B. è impegnativo, in tutto impiego quasi due ore di viaggio."
"Eh... ti piaceva quando stavi chiusa nel tuo guscio, quando era tutto casa-università eh? Ti piaceva quando non c'era da calcolare il tempo che avresti impiegato a fare la doccia, a preparare il pranzo per il giorno dopo e a sistemare le cose in borsa, eh? Ti piaceva quando non dovevi organizarti le settimane già settimane prima? Eh?"

Lola sente avvamparsi la faccia, comincia a stringere i pugni dal nervoso. O'Tactac faceva il maestrino... Cosa che lei non aveva mai sopportato.

"O'Tactac, ma cosa dici..."
"Il lavoro allarga i tuoi confini, i tuoi limiti, allarga, capisci?"
"Allarga..."
"Sì allarga tutto, Lola, tutto..."

Lola pensa a quell'"allarga", a quel verbo che apre e trasforma i confini, che non conosce barriere se non per valicarle definitivamente. O'Tactac aveva ragione.
"Forse hai ragione, quest'esperienza cambia le cose, allarga i vecchi confini."


"Certo, Lola! Allarga tutto, tutto. Pure il portafoglio!"



Una Lola sorridente e più "allargata" vi saluta tutti! :-)

lunedì 6 febbraio 2012

Giornata NO per le Funkfunk!

Oggi Ela ha rovinato inspiegabilmente la fiancata della sua macchina e Francis, tornata a Funklandia per un piccolo soggiorno, non perde tempo a fare figure fantozziane.

Dopo un colloquio di lavoro insoddisfacente, Francis girovaga senza meta per Funklandia. Nel bel mezzo del freddo siberiano e di rumori assordanti, sente squillare il suo telefonino. È un numero di Funklandia.

Francis: “Pronto”

Lei: “Buongiorno sono la segretaria dell’istituto di Management, Technology and Economics del politecnico di Funklandia. Lei ha mandato un curriculum per fare l’assistente, è lei la Signora Francis?” chiede Lei in un tedesco masticato. Francis, ovviamente, si è persa per strada mezza frase, ma tenta in tutti i modi di ricostruire i tasselli mancanti e, con voce un po’ incerta, risponde:

F: “Sí, sono io”

Lei: “La chiamo per prendere un appuntamento. Sarebbe disposta a fare un colloquio?”

F: “Sí, certamente” risponde Francis con il suo tedesco-super-italianizzato, ma Lei la corregge.

Lei: “Sí, volentieri” 

F: (ma cosa cambierà mai tra “Sí, certamente” e “Sí, volentieri”?)

Lei: “Avrebbe tempo di venire domani?”

F: “Si, ma... ehm... si... eh... (tre ore per dire) Posso solo alle 4” (Perché solo alle quattro? Ma come si dice ‘pomeriggio’?)

Lei: “Ah, solo alle 4?”

F: “Si, perché la mattina ho.... ehm...”

Lei: “Ha una lezione all’Università?”

F: “Si, ho una lezione all’Università” (nooo, all’Università non ci sono lezioni) “No, non ho una lezione all’Università. Devo andare dal....ehm....eh....’dentist’?” (Cazzata colossale. Che figure! Ma cosa ho detto?)

Lei ovviamente non capisce cosa significhi ‘Dentist’ e, confusa, chiede a Francis di ripetere la frase.

F: “Devo andare dal ‘Zahnarzt’” (In realtà ho un altro colloquio di lavoro, peró, sa, non posso dirglielo)

Lei: Ride. “Ah, deve andare dal ‘Zahnarzt’”

F: (Che figure di merda!)

Lei: “Va bene. Allora che ne dice di venerdí?”

F: “No, venerdí non posso. (Che casino!) Domani lei a che ora ha tempo?” (ricominciamo dall’inizio.)

Lei: “Lei a che ora deve andare dal dentista?”

F: “Alle 10”

Lei: “Quanto pensa di metterci?”

F: “Mah, non saprei, un’ora?!”  (sogghigna)

Lei: “Allora possiamo fare alle 9?”

Problematicamente ma finalmente Lei e Francis giungono ad una conclusione. Ma non è finita qui....

Lei: “Bene. Io sono in via ....... numero ...... Lei deve ...... Tutto chiaro?”

Francis: “Scusi, non capisco bene il tedesco (No, questa è un’altra cazzata colossale. Sono finita). Non ho capito, scusi?”

Lei sta in silenzio per un attimo. Francis suda freddo e pensa a tutte le cazzate dette e al rumore assordante che le crea ancora piú confusione.
Lei ripete con pazienza la frase e saluta Francis.
Francis, frastornata e ibernata, utilizza le sue ultime forze per permettere alla mano ormai immobile dal gelo di conservare il telefonino in tasca.

F: (Ma che casino ho fatto? Si è messa pure a ridere..)

Francis, demoralizzata

P.S. Chissà cosa accadrà domani....

venerdì 3 febbraio 2012

promessa solenne

Dopo troppo tempo che me ne sto in silenzio, prometto che entro settimana prossima scriverò un post... visto che Lola ha già minacciato di chiudere il blog per la nostra, mia e di Franz, assenza ingiustificata. :)
Mentre io e le mie muse ci mettiamo d'accordo vi mando un grosso bacio e un sorriso mentadent,
le funkfunk non sono sparite...:)!

Bisou bisou e a prestissimo

Ela :D

domenica 15 gennaio 2012

L'uomo e la donna

"Allora, quando torni dal lavoro stasera?"
"Al solito orario..."
"Cosa ti preparo da mangiare?"
"Bo..."
"Mmmh, pesce con patate? Oppure un piatto di pasta?"
"Ma non devi preparare da mangiare..."
"Ok, vada per la fettina di carne a la minute servita con salsa ai funghi..."
"ooook..."

"A stasera! Buon lavoro!"
"Ciao!"



Lola è rinchiusa nella funkcasa da giorni, ha delle ricerche da scrivere, una sulla scoperta dell'America, quell'altra su di un metodo etnologico e l'ultima... beh l'ultima sarà sulla retorica berlusconiana. S'intende da sé, cari lettori, che la nostra Lola è fuori gioco, ridotta ad una sagoma umana che striscia per casa. MA c'è una consolazione nella vita della nostra funkfunk... la cena. Sì avete capito bene. La cena è la fase prescelta di Lola, il suo momento sublime, nel quale ha il permesso di allontanarsi da quei libri succhiasangue e di dedicarsi a tagliare peperoni rossi, ad impanare la carne ,oppure ad abbrustolire i funghi. Ah, come le brillano gli occhi solo a pensarci...

Ma chi è la cavia? La parte lesa in tutto questo? Ela, naturalmente. Ormai torna a casa dal lavoro e trova i pasti fumanti già in tavola. Solo che, Ela è un tipo di stampo più liberale, diciamo...


Scambio di funkSMS:

Lola: Ela, oggi ti preparo la pasta con i broccoli?
Ela: Ehm non saprei io mangerei anche solo un po' di insalata... ma lola non devi sempre cucinare!
Lola: Quello è l'unico momento bello della mia giornata, è l'unico momento in cui posso fare qualcosa di umano!
Ela: Mi sento l'uomo di casa che va a lavorare mentre la brava mogliettina prepara la cena... Va contro i miei principi, insomma...


L'uomo lavoratore e la donna di casa hanno raggiunto un accordo. Lui aggiusterà la lampadina del bagno e farà funzionare la radio menomata che si sintonizza solo sui documentari sui pinguini, mentre lei avrà il permesso di cucinare tutte le cene fino a fine gennaio.


Eh, cari lettori, le nostre funkfunk sono per pari opportunità e diritti!


Lola :-)

martedì 3 gennaio 2012

Piccole funkfunk crescono

Si sa. Sì che si sa. Mica si può rimanere studenti a vita. Prima o poi bisogna fare il salto no? E le funkfunk per quel salto si sono preparate per bene. Hanno consultato manuali, hanno redatto i loro profili su curricula cercando di evitare ogni singola sbavatura, hanno comprato vestiti adatti a colloqui (e solo a quelli) e hanno guardato dritto dritto nello specchio e pronunciato una valanga di parole per convincerlo che loro erano le candidate perfette.

Francis: Francis ha guardato il burrone davanti a lei... Ha preso la rincorsa e giù nel turbinio delle esperienze lavorative. Non si è fatta fermare da nulla, nemmeno dai funzionari poco ortodossi e molto bradipi dell'ambasciata. Ha assimilato il sapere che le serviva, ha salutato tutti e arrivederci! Aveva mete più alte e scopi più nobili davanti a sé. Infatti, la nostra Francis, ha trovato un posto di stage presso un'agenzia d'informazione e ha redatto il suo primo articolo, pubblicato in diversi giornali!

Ela: Beh questi mesi oltre a cimentarsi in macabre e perverse ricerche universitarie sui vampiri e la trasformazione del macho dissanguatore, Ela ha lavorato in una galleria d'arte. Qui ha dovuto appendere quadri, rispondere mille volte alla stessa domande, scopare sorridendo il pavimento e sopportare LUI, il capo poco cordiale e tanto gay, intelligentemente soprannominato nella funkcasa come "Nick sei chic". Ma anche Ela quel salto l'ha fatto senza pensarci due volte. E ci ha preso gusto, perché forse forse rimarrà a lavorare in quella galleria. Ah, non vi preoccupate il capo bello ma cattivo ha dato le dimissioni e tutte in coro gli abbiamo gridato un bel "au revoir cocco"!

Lola: Aveva una voglia di saltare anche lei ma avete sentito anche voi, gli ostacoli davanti a lei sembravano insormontabili, specialmente quando l'ambiente di uno dei suoi colloqui di lavoro è diventato il set di un film western. Lola però non conosceva le battute, non aveva armi e la cattiva dagli stivali da cowboy se l'è inghiottita. Per non parlare di quell'altro colloquio all'archivio, dove l'hanno tenuta un'ora incollata alla sedia, torturandola con domande subliminali, tanto che, tornando a casa, era così confusa che si è persa. La nostra Funkfunk però è testarda e ha continuato a cercare. Finché è accaduto l'incredibile e una telefonata le ha cambiato la giornata e anche i prossimi mesi!

Un bel salto nel vuoto quello vissuto dalle nostre Funkfunk, ma è tanta la voglia di mettersi in gioco che a loro sembra di volare.

Un abbraccio a tutti voi,
Lola